SE IL COVID-19 FOSSE AIRBORNE COSA SUCCEDEREBBE?

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Valutiamo la possibilità che il SARS-COV-2 si diffonda effettivamente per via aerea e le conseguenze a cui andremmo incontro.

LA TRASMISSIONE

Partiamo da quello che sappiamo, o pensiamo di sapere, sul COVID-19: può diffondersi nell’aria.. Asserire però che il COVID-19 sia airborne vuol dire qualcosa in più, cioè che, oltre alle già note “goccioline respiratorie prodotte quando una persona infetta tossisce, starnutisce o parla” (droplet), particelle più piccole rimangono sospese nell’aria, rendendo l’aria stessa infetta. Per di più, queste particelle, secondo un comunicato stampa del National Institutes of Health del 17 marzo, sembrerebbero essere rilevabili nell’aria per oltre tre ore e, secondo l’infettivologo Massimo Galli, la loro trasmissione avverrebbe anche a distanze importanti, favorita dal ricircolo dell’aria.

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COSA DICE L’OMS

Sebbene l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) non abbia mai di fatto rilasciato alcun comunicato che assegni evidenza scientifica alla possibilità di una trasmissione airborne del virus, nei giorni scorsi aveva fatto molto parlare di sé la lettera aperta di un gruppo internazionale di 239 ricercatori da 32 paesi, nella quale si sosteneva che ci fossero ormai prove scientifiche sufficienti per ritenere che, in alcune circostanze, il virus possa essere veicolato dall’aria.

Di fronte a così tanto clamore l’OMS si era espressa sulla questione, attestandosi però sulla linea del possibilismo. Benedetta Allegranzi, responsabile degli aspetti tecnici nella prevenzione e controllo di malattie infettive, così dichiarava: “non si può escludere” che “in ambienti affollati, chiusi e scarsamente ventilati il virus airborne, più persistente nell’aria stessa, possa trasmettersi più facilmente.

I RISCHI MAGGIORI NEGLI AMBIENTI CHIUSI

Si aggiunga anche una considerazione: se così fosse, i rischi evidentemente sarebbero più alti in ambienti chiusi, in cui presumibilmente se si condividesse tempo e spazio con una persona infetta e in mancanza di un adeguato ricambio d’aria, la possibilità di essere esposti al virus sarebbe esponenzialmente più alta che se trascorressimo lo stesso tempo con la stessa persona infetta all’aria aperta.

se il covid-19 fosse airborne cosa succederebbe
COSA ACCADREBBE?

Quindi, arriviamo a ciò che possiamo domandarci di conseguenza. Apprestandoci a vivere i lunghi mesi invernali cosa succederebbe negli uffici pubblici e nei luoghi di lavoro, dotati di riscaldamento, o comunque di sistemi di ricircolo dell’aria? Cosa accadrebbe, più nello specifico, se questi impianti aeraulici non fossero adeguatamente sanificati e pronti a fronteggiare una minaccia tanto grande quanto quella del COVID-19? Una sistematica disinfezione delle condotte aerauliche garantirebbe una ventilazione appropriata e limiterebbe la diffusione di agenti patogeni aerodispersi? La risposta a quest’ultimo interrogativo è sì.

Nella maggior parte degli edifici, l’aria entra attraverso un impianto di ventilazione producendo una miscela di aria di ricircolo e aria fresca esterna. L’aria esterna è piena di agenti inquinanti e già questo basterebbe a chiedersi che genere di aria si respiri nei luoghi di lavoro e se i sistemi di aerazione siano adeguatamente pronti a filtrare al meglio l’aria. Ma se a questo aggiungessimo anche la possibilità che quell’inquinamento si unisca alle particelle SARS-COV-2, di certo si darebbe origine ad uno scenario estremamente insalubre. Senza contare che la qualità dell’aria che respiriamo non ha solo effetti a breve termine, ma anche a lungo termine, determinando numerose patologie e mettendo seriamente a rischio la nostra salute respiratoria.

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UNA POSSIBILITà DI RISOLUZIONE

Assicurarsi che i luoghi in cui lavoriamo, in cui trascorriamo la maggior parte del nostro tempo, siano predisposti ad affrontare il COVID-19, è un diritto per i lavoratori e un dovere per imprenditori e gestori. Sanificare un impianto aeraulico non è un vezzo, né un’opzione. È un’urgenza. E tutti dovrebbero prestare l’attenzione che merita al problema. Garantirsi di respirare una buona aria vuol dire anche arginare in parte un problema che di recente sta subendo catastroficamente una nuova impennata. E del resto, la società non può più fermarsi e non può permetterselo il sud.

A LUNGO TERMINE

Il problema del COVID-19 purtroppo non potrà essere arginato velocemente, almeno fino a che non arriveremo ad un vaccino. Nell’attesa possiamo soltanto mettere in pratica una combinazione di misure di sicurezza preventive perché la diffusione del virus resti più contenuta possibile.

SERVIZI SPECIALI opera nel campo delle sanificazioni ambientali da oltre un decennio ed ha a cuore il problema della diffusione del COVID-19, ma invita a riflettere che, anche in scenari non pandemici, può essere un’attività intelligente dedicare del tempo predisponendo ambienti interni sani per i lavoratori.

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L’IMPORTANZA DI FARE MANUTENZIONE AGLI IMPIANTI DI CLIMATIZZAZIONE

Gli impianti di climatizzazione possono diventare un veicolo pericolosissimo di malattie per la salute umana. Vi illustriamo quali sono i rischi e cosa dice la legge sull’importanza della manutenzione.

L’obbligo imposto dalla legge

Non si tratta solo di prassi. Sull’importanza di fare manutenzione agli impianti di climatizzazione si è espressa anche la legge: nell’allegato 4 al D.Lgs. n. 81/2008 si legge che qualsiasi sedimento o sporcizia che potrebbe comportare un pericolo immediato per la salute dei lavoratori dovuto all’inquinamento dell’aria respirata, deve essere eliminato rapidamente. L’inosservanza comporta una serie di conseguenze che vanno dall’arresto da 3 a 6 mesi, alla possibilità del risarcimento del danno provocato, arrivando, nei casi più gravi, al delitto colposo contro la salute pubblica e alle lesioni personali colpose.

Si aggiunga anche che il Provvedimento 2636 del 5 Ottobre 2006 della conferenza Stato Regioni definisce precisi protocolli tecnici per la manutenzione degli impianti di climatizzazione, definendo idoneo il subsistema aeraulico quando tutte le superfici presentano una quantità di particolato inferiore a 1g/m2. Ulteriori direttive riguardano la prevenzione e il controllo della legionellosi, una malattia monitorata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità per la sua pericolosità.

I rischi per la salute

Oggi, oltre al rischio della Sindrome dell’Edificio Malato e quello della legionella, uno ancor più grave incombe sull’incolumità del lavoratore: il Covid-19.

E’ un fatto accertato che il virus, veicolato dalle polveri sottili presenti nell’impianto, entri nei luoghi di lavoro, contamini l’aria e metta in crisi le strutture. Da quel momento, l’integrità fisica degli individui potrebbe non essere più garantita e i soggetti più fragili potrebbero subire danni, a volte irreversibili per il loro stato di salute.

Non verificare le condizioni degli impianti di climatizzazione, ritenendo secondaria l’importanza di una buona manutenzione, potrebbe arrecare seri danni alla salute degli individui. E’ dunque un obbligo morale, prima che in nome della legge, che gli impianti vengano ispezionati. Un contributo che i responsabili della sicurezza delle strutture pubbliche o private devono dare perché l’autunno e l’inverno facciano meno paura.

La Servizi Speciali, la più antica azienda del territorio, è a disposizione di quanti volessero verificare lo stato del loro impianto.

Caro Babbo Natale, sotto l’albero vorrei…una pianta mangia-veleni

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Il dono di Natale che fa bene alla salute

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Puntuale come ogni anno è arrivato il Natale, con le sue magiche atmosfere, i meravigliosi cenoni in famiglia, la santa nascita di Gesù bambino e …la fatidica domanda “cosa regalo ai miei cari?”.

Parte così la folle corsa all’acquisto, figlia di giorni di tormento, che regolarmente si conclude con profumi, sciarpe, bottiglie di liquori e (per i più fortunati) qualche gioiello.

Ogni anno sempre la stessa storia.

Ma poiché a Natale, si sa, siamo tutti più buoni…la Servizi Speciali S.r.l., per la missione che svolge, arriva in vostro soccorso con qualche consiglio prezioso.

Non tutti sanno che in natura vi sono piante speciali, denominate “mangia-veleni”.

Tutto ha inizio nel 1980 presso il centro spaziale John C. Stennis della NASA, dove gli scienziati fecero una scoperta sensazionale: alcune piante da appartamento sono in grado di depurare e rinnovare l’aria.

A questa straordinaria scoperta sono seguiti numerosi studi, come quello condotto da un gruppo di ricercatori guidato da Vadoud Niri, esperto della State University of New York di Oswego (USA), nel 2016.

Si tratta di piantine e arbusti in grado di assorbire gli inquinanti presenti nell’aria e migliorare la nostra salute, consigliati anche dal nostro Ministero dello Salute.

L’immagine mostra le principali piante mangia-veleni con i rispettivi inquinanti assorbiti, reperibili presso qualsiasi fioraio o vivaio

Ogni piantina ha un suo peculiare aspetto, che consente di adornare l’ambiente e respirare un’aria natalizia più pura.

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Legionella e legionellosi: la stima del rischio nel 2019

18.000 casi di legionellosi in Italia. Questa è stata la stima del rischio da quando si è iniziato ad avere il conteggio dei casi, sebbene solo negli ultimi anni si sia proceduto ad informare meglio sui rischi del pericoloso batterio-killer.

Secondo una stima dell’ISS (Istituto Superiore di Sanità), dal 2000 al 2010 i casi di legionella nelle reti idriche sono aumentati del 650% e dal 2010 al 2017 l’incremento è stato del 60%. Il rapporto annuale dell’ISS sulla legionellosi riporta circa 2000 casi solo nell’anno 2017.

Numero di casi e tasso di incidenza della legionellosi dal 2000 al 2017
Numero di casi e tasso di incidenza della legionellosi dal 2000 al 2017 (http://www.epicentro.iss.it/legionellosi/epidemiologia-italia)

 

I casi di legionellosi contratti nelle strutture ospedaliere dal 1997 al 2017
I casi di legionellosi contratti nelle strutture ospedaliere dal 1997 al 2017 

 

A fronte di questo pericoloso rischio, non si è purtroppo creata sufficiente informazione e consapevolezza nel cittadino che, quindi, lo ignora. Per lui, ad esempio, è molto facile scambiare la Febbre di Pontiac una banale febbricola. Infatti la Febbre di Pontiac è una forma lieve di Legionellosi che si manifesta con sintomi molto simili a quelli influenzali, come ad esempio nausea, febbre, tosse, cefalea.

In caso di basse difese immunitarie, la Febbre di Pontiac potrebbe evolvere in Legionellosi o Morbo del Legionario: una grave infezione polmonare in alcuni casi letale.

Ricordiamo che:

  • la Legionella Pneumophila si contrae tramite inalazione di aerosol d’acqua contaminata: basta una semplice doccia;
  • i soggetti più predisposti all’infezione batterica sono bambini, anziani, asmatici e cardiopatici;
  • la Legionella trova le condizioni ottimali di crescita nella rete idrica, in quanto ambiente caldo e umido;
  • la Legionella vegeta nel biofilm, una pellicola gelatinosa contenente fitte colonie di batteri e adesa alle pareti delle tubature delle reti idriche.

C’è SOLO un modo per proteggere noi e i nostri cari dal rischio Legionellosi: LA CORRETTA PREVENZIONE.

Per informare e diffondere sui procedimenti di corretta prevenzione e gestione del rischio è intervenuto il Ministero della Salute che il 7 Maggio 2015 ha redatto le “Linee Guida per la prevenzione e il controllo della legionellosi”, riassumibili in tre punti focali:

  1. VALUTAZIONE DEL RISCHIO
    Un importantissimo documento redatto da un team di esperti in materia biologica e di impiantistica che comunicherà la presenza del rischio, quali sono le manovre da compiere per prevenirlo e quali procedimenti attuare in caso di acqua contaminata. La Valutazione del Rischio è obbligatoria ogni anno e nei casi in cui la situazione dello stabile sia cambiata, ad esempio a fronte di lavori di ristrutturazione o in caso di riscontro di Legionella nella rete idrica.
  2. GESTIONE DEL RISCHIO
    Sulla base dell’Analisi e valutazione del rischio legionellosi, il piano di autocontrollo dovrà prevedere tutti gli interventi e le procedure volte a rimuovere definitivamente le criticità individuate. In poche parole, un responsabile esterno deve svolgere tutti quei trattamenti volti a scongiurare il rischio Legionellosi.

    Estratto delle Linee Guida per il controllo e la prevenzione della legionellosi
    Estratto delle “Linee Guida per il controllo e la prevenzione della legionellosi” sulla Valutazione e Gestione del Rischio.

     

  3. COMUNICAZIONE DEL RISCHIO
    Comprende le importanti azioni finalizzate ad informare, formare e sensibilizzare i soggetti interessati al rischio potenziale.

Anche se non sono un decreto legislativo dobbiamo ricordare che le linee guida, sono definite dal Testo Unico Sulla Salute e Sicurezza sul Lavoro quali “atti di indirizzo e coordinamento per l’applicazione della normativa in materia di salute e sicurezza predisposti dai ministeri, dalle regioni, e dall’INAIL e approvati in sede di Conferenza Stato-Regioni”. (Art. 2 c. 1 lett. z) D.Lgs.81/08

A CHI INTERESSA LA STIMA DEL RISCHIO LEGIONELLOSI?

Sono coinvolti tutti quei luoghi in cui è presente il Decreto legislativo 81/2008, ossia tutti luoghi di lavoro, le strutture socio-sanitarie (case di riposo, ospedali), i centri commerciali, i centri sportivi, tutte le strutture turistico-ricettive (Hotel, Agriturismi, Campeggi), i palazzi-uffici, dove esiste la responsabilità dei datori di lavoro, del Responsabile Servizio Prevenzione e Protezione (RSPP) o del gestore dell’impianto.

Non sono certamente esentati i condomini, dove l’amministratore è il diretto responsabile della salubrità dell’acqua.

CI SONO AZIENDE PREPOSTE PER LA GESTIONE DEL RISCHIO?

Certamente sì. È qui che entriamo in gioco noi della Servizi Speciali.

La gestione del rischio deve essere affidata ad un’ azienda specializzata come la nostra, autorizzata alla prevenzione della Legionellosi e composta da figure professionali competenti come igienisti, microbiologi, ingegneri.

Le procedure di gestione del rischio consistono in:

  1. ispezione e trattamento dei serbatoi di accumulo dell’acqua fredda e dell’acqua calda sanitaria;
  2. pulizia interna della rete idrica sanitaria con sistema aria/acqua continuo e/o ad intermittenza;
  3. sanificazione shock annuale della rete idrica sanitaria;
  4. campionamenti microbiologici per la ricerca della Legionella;
  5. aggiornamento dei registri di manutenzione dell’impianto idrico.

La Servizi Speciali segue nel dettaglio le Linee Guida del Ministero della Salute del 7 Maggio 2015 e i nostri interventi, da oltre dieci anni riconosciuti come i più completi e i più performanti in Puglia e Molise, offrono un importante benefit comunitario: i bambini possono serenamente lavarsi con acqua priva di Legionella; gli anziani che soggiornano nelle strutture socio-sanitarie possono farsi la doccia in tutta tranquillità; chi soffre d’asma o ha problemi cardiopatici può tutelarsi ulteriormente.

Siamo tra le poche aziende italiane che operano con alta competenza nel complesso settore della decontaminazione ambientale.

Risolviamo il problema legionellosi una volta per tutte.
La legionellosi non è uno scherzo, non è da sottovalutare.

Ecco come fare per informarti al meglio ed agire subito.

In base alla tua occupazione e alle tue esigenze abbiamo preparato del materiale informativo su misura per te.
Questo importante materiale informativo, che ti invieremo gratuitamente, contiene:

  • la nostra brochure informativa sulla gestione del rischio Legionellosi
  • gli stralci delle Linee Guida per la Prevenzione della Legionellosi
  • otutte le informazioni del nostr nuovo servizio PriviLegio™, l’innovativo sistema di bonifica delle reti idriche che renderà i tuoi canali idrici PRIVI di LEGIOnella;
  • Le certificazioni e le GARANZIE che il nostro servizio ti offrirà a fronte della corretta prevenzione.

Contattaci ora per ricevere il tuo materiale informativo gratuito.

Ovunque esista il rischio, bisogna individuarlo e prevenirlo.

E noi ti aiuteremo a farlo.

Tre turisti morti per legionella, indagati 8 imprenditori turistici

In Trentino, per grave sottovalutazione del rischio legionellosi da parte di quasi tutte le strutture interessate facendo emergere una serie di anomalie.

 

Il Nas dei Carabinieri di Trento ha deferito in stato di libertà alla Procura della Repubblica 8 persone titolari di tre strutture ricettive ritenute responsabili di omicidio colposo per la mancata predisposizione del piano di valutazione del rischio legionellosi, obbligatorio dal 2015. 19 italiani, di cui 3 deceduti, la scorsa estate avevano soggiornato in 14 strutture ricettive diverse dell’Altopiano della Paganella e si sono ammalati di legionella.

Gli accertamenti – spiegano i Nas – hanno messo in luce una grave sottovalutazione del rischio legionellosi da parte di quasi tutte le strutture interessate facendo emergere una serie di anomalie, tra cui la mancanza di un’adeguata manutenzione degli impianti termo-sanitari e la non corretta gestione delle temperature nella rete di distribuzione interna e serbatoi di accumulo dell’acqua calda sanitaria, di molto inferiore a quanto raccomandato dalle relative Linee guida. I prelievi eseguiti nel corso dell’estate del 2018 hanno, di conseguenza, evidenziato la contaminazione della rete idrica dal batterio della Legionella in quasi tutte le strutture oggetto, in alcuni casi in misura particolarmente elevata. Non si è avuta evidenza di contaminazioni della rete idrica comunale.

In particolare, in una delle strutture dove ha soggiornato un turista deceduto, è stato constatato il malfunzionamento di una valvola dell’impianto dell’acqua calda, circostanza che ha favorito il proliferare del batterio. La stessa struttura è stata interessata da quattro casi di notifica di legionella di cui uno con il decesso della vittima; si è constatato che nella stessa stanza hanno soggiornato, in tempi diversi, due turisti contagiati. I turisti che si sono ammalati di legionella erano prevalentemente anziani. Le indagini, molto articolate, si sono svolte in collaborazione con il personale dell’Azienda Provinciale per i Servizi Sanitari di Trento.

 

Legionella, la nuova compagna di classe

Care mamme,

le scuole hanno appena chiuso i battenti.

Sembra lontano il momento in cui la campanella tornerà a suonare e a scandire le attività dei vostri figli. In realtà manca davvero poco e dobbiamo correre a tutelare la loro salute: perché? C’è una nuova, indesiderata compagna di classe, la Legionella.

Le scuole non sono sicure poiché in molte di queste non si attuano le misure di prevenzione per la legionellosi. Questa patologia diventa più allarmante e colpisce chi impiega acqua contaminata dal batterio Legionella. Le principali vittime sono quanti presentano difese immunitarie basse, anziani e bambini.

Cosa potete fare?

Accertatevi che la salute dei vostri figli sia sempre salvaguardata, anche quando li ritenente protetti, tra i banchi di scuola.

Verificate se nella vostra scuola sia stata fatta adeguata prevenzione – come previsto dalle Linee Guida per il controllo e la prevenzione della legionellosi del 7 maggio 2015 – e consentite ai piccoli di lavarsi senza correre il rischio di assumere alcuna malattia.

Noi della Servizi Speciali srl, proseguiremo nella nostra campagna di sensibilizzazione e voi, mamme, esigete scuole sicure per i vostri ragazzi.

Meglio una doccia vietata che la tua salute violata

Farsi la doccia fuori casa potrebbe rappresentare una violazione della salute di tutti. Ancor di più per bambini, anziani, asmatici, cardiopatici e soggetti momentaneamente debilitati.

Il rischio è di lavarsi con acqua contaminata dal batterio Legionella, responsabile della legionellosi. Nell’ultimo quinquennio – in Italia – è stata assunta da circa 6.000 individui. Il dato più raccapricciante è che circa il 15% di quelli che l’hanno assunta hanno perso la vita.

Alberghi, bed and breakfast, agriturismi sono considerate strutture ad alto rischio legionellosi.

Per questa regione, la Giunta della Regione Puglia il 6 maggio 2015 varava il documento riportante gli indirizzi operativi per la prevenzione e il controllo della legionellosi nelle strutture turistico‐ricettive e ad uso collettivo, delineando così le misure di sicurezza da adottare per azzerare il rischio.

Sulla scia di questa delibera, il ministero della Sanità nazionale ha emesso il 7 maggio 2015 ulteriori disposizioni in materia, estese questa volta a tutto il territorio regionale.

La gravità della legionellosi e la frequenza, sempre più alta con cui colpisce (fonte: report Istituto Superiore di Sanità, dal 2002 al 2016), suggeriscono a quanti sono in procinto di programmare le vacanze estive di soggiornare in strutture turistico-ricettive responsabili, che non mettono a repentaglio l’incolumità degli ospiti (in particolare, quella dei soggetti più fragili).

La legge c’è, è attiva, ma quanti non la osservano?

Sono ancora pochi – purtroppo – quelli che rispettano i piani di prevenzione, convinti – e non a torto – del pericolo Legionella e delle sue devastanti conseguenze.

La totale mancanza di controlli incoraggia quanti continuano a non fare prevenzione e a non tutelare i propri ospiti: sarebbe meglio se…

in queste strutture, gestite da “disattenti”, fosse esposto il divieto di doccia.

Alla scoperta dell’aria che respiriamo

“Giornalmente inaliamo circa 50 µg di materiale vivente costituito principalmente da spore e pollini, ma anche batteri, virus, acari, ecc.”

A riferirlo è il dottor Giuseppe Carretta, micologo e professore emerito presso la Facoltà di Scienze dell’Università di Pavia.

50 µg può sembrare una quantità irrisoria ma in realtà è una vera e propria sfida per il nostro sistema respiratorio, impegnato a ripulire l’aria inalata da quanto l’accompagna. Il sistema respiratorio serve proprio a questo: a proteggerci dai possibili pericoli che si celano dentro l’aria che respiriamo.

I principali contaminanti dell’aria sono le spore fungine: sono definiti principali perché sono i più abbondanti e ritrovano in grandi quantità sia negli ambienti esterni che in quelli interni.

Le spore fungine rappresentano lo strumento fondamentale per la riproduzione e per la diffusione dei funghi.

Delle spore fungine, studiate nell’ambito dell’aerobiologia – la “biologia dell’aria”, ce ne sono alcune innocue per l’uomo, altre invece che sono responsabili di gravi infezioni.

Dietro ai sempre più frequenti casi di allergie, di riniti e di asma – quest’ultima riconosciuta malattia sociale, si ritiene ci siano proprio le spore fungine.

Spore di Alternaria spp.

Nell’aria che respiriamo, sono presenti la maggior parte dei funghi. Alternaria, Aspergillus, Cladosporium e Penicillium sono solo alcuni esempi e sono, allo stesso tempo, le specie che causano più problemi alla salute dell’uomo.

Quando le spore vengono inalate, vengono veicolate lungo tutto il tratto respiratorio: alcune vengono trattenute e distrutte, altre riescono a penetrare.

Immediatamente si scatenano risposte allergiche spiegate dall’inalazione delle stesse spore.

Possono, però, manifestarsi patologie ben più serie se ipotizzassimo che l’esposizione fosse ripetuta nel tempo: aspergillosi broncopolmonare allergica, alveoliti o pneumopatie.

Aspergillus fumigatus

Tra le specie fungine, è inevitabile non citare l’Aspergillus.

Negli ultimi tempi è diventato tristemente famoso perché riscontrato in numerosi casi di patologie broncopolmonari.

Le spore fungine, di recente, sono state incluse tra gli agenti responsabili della Sick Building Syndrome (SBS), la sindrome dell’edificio malato.

Sono intuibili le conseguenze per la salute di chi trascorre la propria giornata in ambienti confinati, caratterizzati magari da uno scarso riciclo di aria, dove la climatizzazione è affidata ad impianti aeraulici contaminati.

L’essenziale è invisibile agli occhi

“L’essenziale è invisibile agli occhi”.

Ѐ una celebre frase tratta dal capolavoro letterario di Antoine de Saint-Exupéry, “Il piccolo principe”.

Questa espressione è ormai largamente spesa in diversi ambiti. Ci fa riflettere sul fatto che a volte le cose che veramente contano per ciascuno di noi sono in realtà le cose più semplici, quelle invisibili ai nostri occhi.

Un po’ come l’aria, essenziale per la nostra vita, ma invisibile agli occhi.

Diverse possono essere le insidie celate nell’aria che respiriamo quotidianamente, soprattutto se parliamo di aria indoor.

L’aria fronteggia due diverse problematiche: la contaminazione chimica e la contaminazione microbiologica. Questa distinzione è possibile farla se consideriamo la natura del contaminante che “sporca” l’aria.

Della contaminazione chimica ci siamo occupati nel precedente articolo, mentre la contaminazione microbiologica può essere considerata corresponsabile dell’evidente riduzione della qualità dell’aria.

Come si spiega la contaminazione microbiologica? Gli impianti aeraulici, per via di loro caratteristiche sia strutturali che funzionali, rappresentano luogo ideale di crescita per diversi microrganismi.

Il problema non è la sola presenza dei microrganismi ma anche la loro proliferazione. In ogni punto dell’impianto, i microrganismi potrebbero trovare condizioni idonee per replicarsi, generando così una minaccia sempre più concreta per la nostra salute.

Le condizioni favorevoli alla crescita e alla proliferazione vengono garantite dal tasso di umidità e dalla temperatura.

Ma quali microrganismi popolano gli impianti aeraulici?

Possiamo imbatterci in batteri, virus o funghi.

Tra i batteri che potrebbero popolare le condotte aerauliche, tanto clamore fa il batterio Legionella. Tanto ma – oseremmo dire – ingiustificato clamore.

Legionella ha come suo habitat primario l’acqua. Pochissimi sono i punti dell’impianto aeraulico in cui c’è acqua, quindi bassissima è la possibilità di incontrare questo batterio. Problema ben più serio è la presenza della Legionella negli impianti idrici.

Ci sono altri numerosi pericoli nascosti nelle condotte aerauliche come alcuni miceti quali Aspergillus spp., Cladosporium spp., Penicillium spp. o altri batteri come Staphylococcus aureus o Pseudomonas aeruginosa.

Questi contaminanti microbiologici determinano numerose patologie riconducibili alla Sindrome dell’Edificio Malato, sindrome che nell’ultimo ventennio ha visto aumentare vertiginosamente il numero delle sue vittime.

Quali sono i meccanismi patologici che si innescano quando respiriamo aria contaminata?

La risposta nel prossimo aggiornamento.

Le insidie nascoste nell’aria che respiriamo

Tra inquinanti chimici e microbiologici, si contano numerose trappole per la nostra salute

La parola contaminazione è ampliamente utilizzata con mille e più sfumature.

Non c’è caso giudiziario in cui, per esempio, non ci sia stata la contaminazione delle prove. Nel mondo della musica si assiste alla contaminazione tra generi musicali, stesso dicasi per la letteratura o le opere d’arte. Comuni problematiche ambientali sono la contaminazione delle falde acquifere, dei terreni o quella radioattiva.

 

Questa parola ha un’etimologia molto remota e per questo motivo anche poco certa. Probabilmente deriva da un antico verbo, tamino. Questo verbo significa sporcare, imbrattare, rendere non più pulito.

Ed è proprio questo che fanno i contaminanti: insieme (“con”) sporcano (“taminano”) .

Riferendoci agli impianti aeraulici, la contaminazione può essere di due tipi: possiamo incontrare la contaminazione chimica e quella microbiologica.

Questa distinzione è fatta in relazione alla natura del contaminante che inquina l’impianto.

 

Partiamo con la contaminazione chimica.

Dobbiamo fare i conti con la possibilità che nel nostro impianto ci possa essere un accumulo di particelle. Queste particelle possono provenire dall’ambiente esterno. L’aria, infatti, trattata e gestita dall’impianto, altro non è aria proveniente dall’esterno. Ѐ molto probabile che sia aria sporca, di per sé carica di inquinanti.

L’inquinante può, però, provenire anche dall’interno dell’edificio e questo avviene grazie al ricircolo dell’aria.

 

I più importanti contaminanti chimici sono le polveri sottili: i famigerati PM devono il loro nome alla variante inglese, Particulate Matter; mentre il numero che accompagna la sigla ( PM10, PM5, PM2,5) indica il diametro, espresso in micron (µm), della particella.

Solfuro di carbonio, monossido di carbonio, l’acido solforico, il biossido di zolfo, l’ozono e i composti organici volatili (i più noti VOC), come benzene, toluene, xilene: sono solo alcune delle insidie che possono celarsi all’interno dell’impianto. Da lì, possono disperdersi nell’aria che respiriamo e andare a danneggiare la nostra salute in vario modo.

C’è un altro tipo di contaminanti estremamente pericolosi per la nostra salute. Stiamo parlando dei contaminanti microbiologici.

Ma di questo ne parleremo tra qualche giorno, nel nostro prossimo articolo.