MAMME PROTEGGETE I VOSTRI BAMBINI DAL RISCHIO LEGIONELLA

Legionella scuole

Per proteggere i bambini dal rischio Legionella nelle scuole non esiste un vaccino né dispositivi di protezione. Chi invece deve proteggere i bambini da un rischio così importante è sicuramente il Sindaco.

Diciamo le cose come stanno perché sia più facilmente comprensibile il problema Legionella nelle scuole: lavarsi le mani dopo 3 mesi di chiusura dei rubinetti delle scuole è rischiosissimo se non vengono rispettate le Linee Guida per la prevenzione e il controllo della Legionellosi approvato con accordo Stato Regione del 7 Maggio 2015.

Alla luce di queste normative nazionali, la delibera della giunta regionale della Puglia n°920 del 2015 ha stabilito che è fondamentale garantire un adeguato monitoraggio del rischio Legionella nelle strutture scolastiche.

I Sindaci delle città in cui è stata fatta prevenzione della Legionellosi hanno garantito protezione ai bambini che si lavano le mani a scuola.

È incredibile che lavarsi le mani a scuola debba costituire un rischio, eppur si corre quando la priorità non è la protezione dei soggetti più fragili.

Ai bambini di Bari, Modugno, Rutigliano, Palo del Colle, Bitetto, Cassano delle Murge viene riconosciuto il diritto all’acqua pura. Ci auguriamo che non si tratti di bambini privilegiati e che tale diritto venga riconosciuto anche in altre città. 

Avvertiamo comunque le mamme che è facile distinguere le scuole Legionella Free da quelle che non lo sono. Quelle che sono Legionella Free lo segnalano con una locandina di questo tipo.

Tuttavia le mamme che non sono certe che dai rubinetti delle scuole scorre acqua incontaminata farebbero bene ad avvertire del rischio i loro figli e suggerire di lavarsi le mani a casa.

Cos’è la Febbre di Pontiac? Una breve guida 

Febbre di Pontiac

La febbre di Pontiac è una malattia respiratoria causata dal batterio Legionella pneumophila. Spesso confusa con l’influenza può evolvere in una forma più grave chiamata Legionellosi, una seria infezione polmonare potenzialmente letale.

Sintomi:

– Febbre alta

– Tosse

– Mal di gola

– Mal di testa

Durata: circa 6-7 giorni

Come si Contrae la Febbre di Pontiac?

La febbre di Pontiac si contrae principalmente attraverso l’inalazione di aerosol contaminati con il batterio Legionella. Questi aerosol possono essere liberati nell’aria quando si aprono i rubinetti in strutture pubbliche e private che non rispettano gli standard di sicurezza necessari. Ironia della sorte, mentre lavarsi le mani è essenziale per mantenere una buona igiene, farlo in ambienti non adeguatamente trattati contro la Legionella può comportare rischi. Se l’acqua utilizzata è contaminata potresti inalare involontariamente aerosol contenenti il batterio esponendoti così a potenziali infezioni.

Quali sono le strutture a maggiore rischio e le più sicure?

Le strutture con un alto rischio di Legionella sono quelle dove non è garantita l’assenza di Legionella nell’acqua. Tra queste le scuole sono particolarmente vulnerabili a causa della prolungata inattività dei rubinetti e delle condizioni climatiche che favoriscono la proliferazione del batterio. Al contrario, le strutture sanitarie, le grandi industrie e gli hotel di alta categoria sono luoghi generalmente più sicuri poiché seguono rigorose normative di sicurezza.

I bambini sono a rischio?

Sì, i bambini possono essere a rischio se le scuole che frequentano non rispettano le normative per garantire l’assenza di Legionella. È compito dei Sindaci garantire che le scuole siano sicure e che le misure di prevenzione siano correttamente adottate. 

Esempi virtuosi

Alcuni sindaci, come quelli di Bari, Modugno, Rutigliano, Palo del Colle e Cassano delle Murge, hanno monitorato e garantito la sicurezza nelle scuole. Tuttavia, la mancanza di interventi potrebbe essere dovuta al fatto che non tutti i sindaci sono a conoscenza del problema o non hanno preso le necessarie precauzioni.

Responsabilità delle Autorità e ruolo dei Sindaci:

– Garantire la sicurezza nelle strutture pubbliche, in particolare nelle scuole.

– Collaborare con aziende specializzate nella sanificazione dell’aria e dell’acqua.

− Applicare le Linee Guida del Ministero della Sanità e della Regione Puglia.

I cittadini hanno un ruolo attivo. Quale?

1. Informandosi sulle misure di sicurezza adottate nelle strutture frequentate.

2. Chiedendo chiarimenti alle autorità competenti sulle misure preventive.

3. Facendo pressione per l’adozione di misure di sicurezza adeguate.

Importanza della prevenzione

Se sei preoccupato per la sicurezza della tua scuola o di altre strutture pubbliche è importante informarti e chiedere chiarimenti sulle misure di sicurezza adottate. La consapevolezza e la pressione pubblica possono spingere le autorità a prendere le giuste decisioni per garantire ambienti sicuri e salubri.

Non c’è un vaccino

È cruciale sottolineare che non esiste un vaccino per la prevenzione della Legionellosi, né ci sono dispositivi di sicurezza personali da adottare. La vera protezione risiede nel senso di responsabilità di coloro che devono garantire l’incolumità degli individui, come Amministratori di strutture pubbliche e private, Dirigenti scolastici, Autorità locali. La loro diligenza nell’implementare e mantenere misure preventive è la prima linea di difesa contro la diffusione della Legionella.

Conclusione

La febbre di Pontiac rappresenta un rischio serio ma prevenibile. La collaborazione tra autorità, strutture pubbliche e cittadini è essenziale per creare ambienti sicuri e liberi da Legionella. In assenza di un vaccino o di dispositivi di protezione individuale, la consapevolezza, l’adozione di misure preventive, il monitoraggio costante e, soprattutto, il senso di responsabilità di chi gestisce gli spazi pubblici sono le chiavi per proteggere la salute pubblica da questa minaccia. È infatti dovere di chi ha la responsabilità della salute della comunità, peraltro previsto anche dalle normative nazionali e regionali, garantire che vengano adottate tutte le precauzioni necessarie per prevenire la diffusione della Legionella.

Convivere con la Legionella

La Legionella è un batterio patogeno temibilissimo e invincibile con il quale la struttura dovrà convivere per sempre e che pertanto impone l’adozione di misure di sicurezza eccezionali e definitive.

Ogni anno un grande numero di lavoratrici e lavoratori si assenta dal posto di lavoro con febbre alta, tosse persistente, mal di testa e mal di gola per aver aperto un rubinetto dal quale scorreva acqua e Legionella anziché acqua pura.

Naturalmente non conoscendo a fondo il problema Legionella difficilmente si sospetta che quei sintomi possano essere dovuti alla Febbre di Pontiac piuttosto che ad uno stato influenzale. 

La Legionella è dunque il rischio più importante che incombe sulle strutture, tuttavia è spesso sottovalutato e a volte ignorato del tutto. Questo spiega la ragione per la quale ogni anno 3000 individui perdono la vita.

Quello della Legionella è un rischio che va affrontato con competenza e soprattutto con senso di responsabilità perché è in gioco l’integrità fisica di lavoratrici e lavoratori che si lavano le mani inconsapevoli del rischio che corrono.

Non esiste un solo sistema per la gestione del rischio Legionella ma diversi. Dipende da quanti sono i punti di erogazione dell’acqua, dall’esposizione della struttura, dal consumo idrico annuale, dalla frequenza del flussaggio e dai giorni di chiusura della struttura stessa. 

Gestire il rischio Legionella è una cosa non da poco perché richiede consapevolezza, conoscenza, alta competenza, esperienza, volontà, macchine, strumentazioni, analisti, biologi, ingegneri e tecnici qualificati.

Convivere con la Legionella? La Servizi Speciali in rete d’impresa con AccaDueO è tutto questo. Le aziende sono orgogliose di comunicare che, là dove viene gestito il rischio, non si è quasi mai verificato neanche un solo caso di Febbre di Pontiac.

Servizi Speciali e AccaDueO possono aiutarvi a gestire al meglio un rischio di tale rilevanza.

SE IL COVID-19 FOSSE AIRBORNE COSA SUCCEDEREBBE?

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Valutiamo la possibilità che il SARS-COV-2 si diffonda effettivamente per via aerea e le conseguenze a cui andremmo incontro.

LA TRASMISSIONE

Partiamo da quello che sappiamo, o pensiamo di sapere, sul COVID-19: può diffondersi nell’aria.. Asserire però che il COVID-19 sia airborne vuol dire qualcosa in più, cioè che, oltre alle già note “goccioline respiratorie prodotte quando una persona infetta tossisce, starnutisce o parla” (droplet), particelle più piccole rimangono sospese nell’aria, rendendo l’aria stessa infetta. Per di più, queste particelle, secondo un comunicato stampa del National Institutes of Health del 17 marzo, sembrerebbero essere rilevabili nell’aria per oltre tre ore e, secondo l’infettivologo Massimo Galli, la loro trasmissione avverrebbe anche a distanze importanti, favorita dal ricircolo dell’aria.

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COSA DICE L’OMS

Sebbene l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) non abbia mai di fatto rilasciato alcun comunicato che assegni evidenza scientifica alla possibilità di una trasmissione airborne del virus, nei giorni scorsi aveva fatto molto parlare di sé la lettera aperta di un gruppo internazionale di 239 ricercatori da 32 paesi, nella quale si sosteneva che ci fossero ormai prove scientifiche sufficienti per ritenere che, in alcune circostanze, il virus possa essere veicolato dall’aria.

Di fronte a così tanto clamore l’OMS si era espressa sulla questione, attestandosi però sulla linea del possibilismo. Benedetta Allegranzi, responsabile degli aspetti tecnici nella prevenzione e controllo di malattie infettive, così dichiarava: “non si può escludere” che “in ambienti affollati, chiusi e scarsamente ventilati il virus airborne, più persistente nell’aria stessa, possa trasmettersi più facilmente.

I RISCHI MAGGIORI NEGLI AMBIENTI CHIUSI

Si aggiunga anche una considerazione: se così fosse, i rischi evidentemente sarebbero più alti in ambienti chiusi, in cui presumibilmente se si condividesse tempo e spazio con una persona infetta e in mancanza di un adeguato ricambio d’aria, la possibilità di essere esposti al virus sarebbe esponenzialmente più alta che se trascorressimo lo stesso tempo con la stessa persona infetta all’aria aperta.

se il covid-19 fosse airborne cosa succederebbe
COSA ACCADREBBE?

Quindi, arriviamo a ciò che possiamo domandarci di conseguenza. Apprestandoci a vivere i lunghi mesi invernali cosa succederebbe negli uffici pubblici e nei luoghi di lavoro, dotati di riscaldamento, o comunque di sistemi di ricircolo dell’aria? Cosa accadrebbe, più nello specifico, se questi impianti aeraulici non fossero adeguatamente sanificati e pronti a fronteggiare una minaccia tanto grande quanto quella del COVID-19? Una sistematica disinfezione delle condotte aerauliche garantirebbe una ventilazione appropriata e limiterebbe la diffusione di agenti patogeni aerodispersi? La risposta a quest’ultimo interrogativo è sì.

Nella maggior parte degli edifici, l’aria entra attraverso un impianto di ventilazione producendo una miscela di aria di ricircolo e aria fresca esterna. L’aria esterna è piena di agenti inquinanti e già questo basterebbe a chiedersi che genere di aria si respiri nei luoghi di lavoro e se i sistemi di aerazione siano adeguatamente pronti a filtrare al meglio l’aria. Ma se a questo aggiungessimo anche la possibilità che quell’inquinamento si unisca alle particelle SARS-COV-2, di certo si darebbe origine ad uno scenario estremamente insalubre. Senza contare che la qualità dell’aria che respiriamo non ha solo effetti a breve termine, ma anche a lungo termine, determinando numerose patologie e mettendo seriamente a rischio la nostra salute respiratoria.

se il covid19 fosse airborne cosa succederebbe
UNA POSSIBILITà DI RISOLUZIONE

Assicurarsi che i luoghi in cui lavoriamo, in cui trascorriamo la maggior parte del nostro tempo, siano predisposti ad affrontare il COVID-19, è un diritto per i lavoratori e un dovere per imprenditori e gestori. Sanificare un impianto aeraulico non è un vezzo, né un’opzione. È un’urgenza. E tutti dovrebbero prestare l’attenzione che merita al problema. Garantirsi di respirare una buona aria vuol dire anche arginare in parte un problema che di recente sta subendo catastroficamente una nuova impennata. E del resto, la società non può più fermarsi e non può permetterselo il sud.

A LUNGO TERMINE

Il problema del COVID-19 purtroppo non potrà essere arginato velocemente, almeno fino a che non arriveremo ad un vaccino. Nell’attesa possiamo soltanto mettere in pratica una combinazione di misure di sicurezza preventive perché la diffusione del virus resti più contenuta possibile.

SERVIZI SPECIALI opera nel campo delle sanificazioni ambientali da oltre un decennio ed ha a cuore il problema della diffusione del COVID-19, ma invita a riflettere che, anche in scenari non pandemici, può essere un’attività intelligente dedicare del tempo predisponendo ambienti interni sani per i lavoratori.

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Covid19: cosa aspettarci nei prossimi mesi

Facciamo luce sulle modalità di trasmissione per via aerea e gli errori che ancora commettiamo per comprendere cosa aspettarci in autunno e come prevenire il Covid-19.

Siamo a settembre e il rischio di confondere i sintomi di un’innocua influenza stagionale con quelli del Covid-19 ci impongono di fare chiarezza per capire cosa aspettarci in autunno. E’ bene comprendere come il virus si diffonde, quali sono gli errori che comunemente commettiamo e quali sono le misure che possiamo mettere in campo per fronteggiarlo.

Modalità di trasmissione area del Covid-19

I dati raccolti fino ad ora ci dicono che tra le modalità più frequenti di trasmissione del Covid-19 c’è quella che avviene per via area, più specificatamente chiamata droplet:, ovvero l’emissione di piccolissime gocce di saliva che fuoriescono da un soggetto quando parla, tossisce o starnutisce e che possono raggiungere e infettarne un altro fino ad una distanza di 2 metri (di qui la necessità di essere distanziati gli uni dagli altri di almeno 1 metro).

A questo si aggiunga che, quando queste goccioline evaporano, viene generato il bioaerosol :componenti non acquose dell’espettorato ed eventuali virus patogeni rimangono sospesi nell’aria per un lasso di tempo molto lungo, diventando quindi un pericolo consistente negli ambienti chiusi, poco ventilati e sovraffollati.

In altre parole, nei prossimi mesi, la trasmissione via aria del Covid-19 sarà quella da temere maggiormente.

Fattori che ci espongono al rischio

Si consideri inoltre che, nonostante le misure precauzionali per evitare il rischio di contagio del Covid-19 siano di fatto in gran parte rispettate, non è possibile aspettarsi sempre la massima attenzione da parte di tutti e, non di rado, accade che disattenzione e disinformazione siano fattori che concorrono all’abbassamento del livello di sicurezza negli ambienti che frequentiamo.

Un esempio è fornito proprio dalla scarsa considerazione della diffusione del virus per via aerea che induce erroneamente a credere che per rendere un ambiente sicuro basti una sommaria disinfezione delle superfici con cui la gente viene a contatto e che questo, unitamente all’utilizzo di dispositivi di protezione primaria, sia sufficiente ad azzerare i rischi di contagio.

L’importanza di respirare aria pulita

Comprendere che il Covid-19 permane nell’aria per un tempo lunghissimo, che l’aria stessa è un mezzo di trasmissione estremamente pericoloso e da non sottovalutare, è un tema da tenere in grande considerazione per questo autunno che ci attende. Di conseguenza è doveroso che le strutture, gli enti, gli istituti scolastici e di assistenza sanitaria comprendano la differenza sostanziale che esiste tra la maggior parte delle sanificazioni offerte dal mercato, effettuate sì con prodotti biocidi, ma i cui effetti sono parziali e limitati nel tempo e una vera e propria disinfezione dell’aria, l’unica che possa di fatto essere considerata sanificazione ambientale, capace di depurare l’ambiente tanto dai virus e batteri presenti nell’aria, quanto quelli depositati sulle superfici.

Cosa aspettarci se non interverremo

E’ presto detto: l’epidemia è ancora in corso e in Italia i contagi sono in aumento e, a guardare la situazione globale, il quadro è decisamente peggiore. Il Covid-19 contamina le superfici, l’aria che respiriamo, i microrganismi permangono negli impianti di condizionamento, di ventilazione e di riscaldamento e particolari condizioni ambientali possono trasportare gli agenti patogeni fino ad una distanza di 7 metri. Viene facile comprendere quanto l’argomento della diffusione per via aerea sia di fondamentale importanza, specie se il rischio cui tutti andiamo incontro può avere conseguenze devastanti.

L’azienda ServiziSpecialSrl opera sul territorio da più di 12 anni in materia di sanificazioni ambientali scientificamente giustificate e invita a prestare massima attenzione alle corrette norme da attuare in prima persona e quelle che vengono attuate da altri per preservare al meglio la salute di tutti.

Per consulenze specifiche vi invitiamo a contattarci al numero 080 505 2903.

https://www.repubblica.it/salute/medicina-e-ricerca/2020/07/06/news/oms_covid_viaggia_nell_aria_piu_di_quanto_si_pensava-261119365/

Sanificazione stabile

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La convivenza di più individui negli stessi luoghi facilita il rischio di contrarre infezioni crociate. E’ questa la ragione per la quale, in particolari circostanze, per prudenza più che per pericolo imminente, vanno progettati interventi di sanificazione straordinari.

Il grande limite della quotidiana sanificazione ambientale è la resistenza degli agenti patogeni agli antibiotici, ma ancor di più la scarsissima attività biocida nel tempo che non è mai superiore ai 20 minuti.

E’ soprattutto in queste circostanze che va eseguito un intervento di sanificazione straordinario che abbia la capacità di generare un film di sanificante naturale che non faccia aderire alla superficie nè batteri, nè virus ovvero che trasformi in igiene stabile quella che tale non è. La stabilizzazione del disinfettante è una procedura a carattere straordinario da utilizzare in particolari situazioni, adottata nel nostro Paese per la prima volta dalla Servizi Speciali.

Anche se è già comprensibile, ci preme sottolineare che l’intervento di sanificazione stabilizzante non è una medicina che guarisce, ma è soltanto un importante ed unico scudo che ci permette di toccare ogni cosa senza il remoto rischio di contaminazioni crociate.

E’ nostra convinzione tuttavia che anche laddove si ritenesse “esagerato” adottare particolari misure di sicurezza, la prudenza non è mai troppa.

Comparazione:

  • Attività biocida di un sanificante passato sulle superfici con panni o spruzzatori = 20/30’.
  • Attività biocida del disinfettante presidio medico-chirurgico atomizzato con sistema elettrostatico su superfici = 15/20 giorni.

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La Sindrome dell’Edificio Malato

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Lavorare, andare a scuola, alloggiare in hotel, risiedere in una struttura socio sanitaria, spesso potrebbe comportare dei rischi per la nostra salute di cui non si è a conoscenza. Tali rischi sono riscontrabili nei cosiddetti luoghi affetti dalla Sindrome dell’Edificio Malato, così definito dall’Organizzazione Mondiale della Sanità.

Cause di tale sindrome possono essere molteplici e provocate da diversi fattori. Tra queste figurano una ventilazione insufficiente, climatizzatori poco igienici, emissione di sostanze odorose e irritanti da parte di materiali ed apparecchi utilizzati e da danni dovuti all’umidità.

Le persone colpite lamentano irritazioni agli occhi, al naso, alle vie respiratorie ed occasionalmente alla pelle nonché sintomi generali come mal di testa, stanchezza, malessere, vertigini e difficoltà di concentrazione. Una volta lasciato l’edificio, tali disturbi tendono a diminuire.

Si tratta quasi sempre di malanni passeggeri ma che tendono ad aggravarsi e a cronicizzarsi soprattutto in quei soggetti con un sistema immunitario già compromesso e che vedranno progressivamente peggiorare il loro stato di salute.

Tuttavia si registra un crescente aumento di strutture che sono sensibili al problema e che lo affrontano in maniera puntuale, garantendo una sanificazione continua dell’ambiente indoor.

E vi spiegheremo come…

CONTINUA…

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Caro Babbo Natale, sotto l’albero vorrei…una pianta mangia-veleni

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Il dono di Natale che fa bene alla salute

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Puntuale come ogni anno è arrivato il Natale, con le sue magiche atmosfere, i meravigliosi cenoni in famiglia, la santa nascita di Gesù bambino e …la fatidica domanda “cosa regalo ai miei cari?”.

Parte così la folle corsa all’acquisto, figlia di giorni di tormento, che regolarmente si conclude con profumi, sciarpe, bottiglie di liquori e (per i più fortunati) qualche gioiello.

Ogni anno sempre la stessa storia.

Ma poiché a Natale, si sa, siamo tutti più buoni…la Servizi Speciali S.r.l., per la missione che svolge, arriva in vostro soccorso con qualche consiglio prezioso.

Non tutti sanno che in natura vi sono piante speciali, denominate “mangia-veleni”.

Tutto ha inizio nel 1980 presso il centro spaziale John C. Stennis della NASA, dove gli scienziati fecero una scoperta sensazionale: alcune piante da appartamento sono in grado di depurare e rinnovare l’aria.

A questa straordinaria scoperta sono seguiti numerosi studi, come quello condotto da un gruppo di ricercatori guidato da Vadoud Niri, esperto della State University of New York di Oswego (USA), nel 2016.

Si tratta di piantine e arbusti in grado di assorbire gli inquinanti presenti nell’aria e migliorare la nostra salute, consigliati anche dal nostro Ministero dello Salute.

L’immagine mostra le principali piante mangia-veleni con i rispettivi inquinanti assorbiti, reperibili presso qualsiasi fioraio o vivaio

Ogni piantina ha un suo peculiare aspetto, che consente di adornare l’ambiente e respirare un’aria natalizia più pura.

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Iniziato il Mese dell’Aria Indoor, check-up canali d’aria a solo un euro!

Un solo euro per il check-up dei canali aeraulici. E’ vero?  Sì, con “Il Mese dell’Aria Indoor”, la nostra nuova iniziativa di Servizi Speciali.

INIZIA OGGI IL MESE DELL’ARIA INDOOR

Con l’avvicinarsi della calda stagione estiva, noi di Servizi Speciali Srl, azienda decennale le cui referenze ne fanno la storia, è lieta di lanciare una delle nostre più importanti iniziative: il Mese dell’Aria INDOOR.

L’iniziativa è rivolta a tutti Responsabili delle strutture dotate di un impianto aeraulico.

Come funziona?Da oggi fino all’8 giugno 2019 eseguiremo nella tua struttura il nostro Check-Up Professionale dei Canali Aeraulici secondo gli obblighi di legge del Decreto Legislativo 81/2008, al costo di SOLO 1 €!

Il nostro Check-Up Professionale comprende:

  • videoispezione dei canali e delle U.T.A. (Unità di Trattamento dell’Aria);
  • campionamenti Microbiologici con ricerca di Legionella Pneumophila e Aspergillus spp;
  • consegna della relazione tecnica;
  • consegna del DVD delle registrazioni video della videoispezione.

Il nostro Check-Up dei Canali Aeraulici, che di solito ha un valore di 1200 euro, solo ed esclusivamente per il Mese dell’Aria Indoor ti costerà 1 SOLO EURO. 

Esatto. Un euro. Non un centesimo di più.

I Check-Up totali a disposizione sono massimo 30 e si effettuano solo ed esclusivamente su prenotazione, concordando un appuntamento con il nostro Staff.

È possibile prenotare il proprio Check-Up Professionale in due modi:

1) telefonando al numero 080 5052903 e concordando un appuntamento con il nostro Ingegnere Ambientale;

2) inviando una e-mail ad info@servizispecialisrl.it con oggetto “Richiesta Prenotazione Check-Up Professionale”, indicando nel corpo della e-mail:
– nome e cognome;
– indirizzo;
– nome dell’azienda;
– recapito telefonico.

 

Ricordiamo che l’iniziativa prevede un numero massimo di 30 Check-Up dei Canali Aeraulici, oltre i quali non è più possibile prenotare.

Affrettati! Nessun’ altra azienda ti offrirà mai più questa possibilità!

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Tre turisti morti per legionella, indagati 8 imprenditori turistici

In Trentino, per grave sottovalutazione del rischio legionellosi da parte di quasi tutte le strutture interessate facendo emergere una serie di anomalie.

 

Il Nas dei Carabinieri di Trento ha deferito in stato di libertà alla Procura della Repubblica 8 persone titolari di tre strutture ricettive ritenute responsabili di omicidio colposo per la mancata predisposizione del piano di valutazione del rischio legionellosi, obbligatorio dal 2015. 19 italiani, di cui 3 deceduti, la scorsa estate avevano soggiornato in 14 strutture ricettive diverse dell’Altopiano della Paganella e si sono ammalati di legionella.

Gli accertamenti – spiegano i Nas – hanno messo in luce una grave sottovalutazione del rischio legionellosi da parte di quasi tutte le strutture interessate facendo emergere una serie di anomalie, tra cui la mancanza di un’adeguata manutenzione degli impianti termo-sanitari e la non corretta gestione delle temperature nella rete di distribuzione interna e serbatoi di accumulo dell’acqua calda sanitaria, di molto inferiore a quanto raccomandato dalle relative Linee guida. I prelievi eseguiti nel corso dell’estate del 2018 hanno, di conseguenza, evidenziato la contaminazione della rete idrica dal batterio della Legionella in quasi tutte le strutture oggetto, in alcuni casi in misura particolarmente elevata. Non si è avuta evidenza di contaminazioni della rete idrica comunale.

In particolare, in una delle strutture dove ha soggiornato un turista deceduto, è stato constatato il malfunzionamento di una valvola dell’impianto dell’acqua calda, circostanza che ha favorito il proliferare del batterio. La stessa struttura è stata interessata da quattro casi di notifica di legionella di cui uno con il decesso della vittima; si è constatato che nella stessa stanza hanno soggiornato, in tempi diversi, due turisti contagiati. I turisti che si sono ammalati di legionella erano prevalentemente anziani. Le indagini, molto articolate, si sono svolte in collaborazione con il personale dell’Azienda Provinciale per i Servizi Sanitari di Trento.