E gli inquinanti ci chiedono “È permesso?”

Le possibili vie di interazioni tra l’uomo e gli inquinanti

Sin da piccoli, siamo stati abituati all’idea che il nostro organismo fosse abitato da minuscole persone: tutte con uno stesso scopo, quello di far funzionare correttamente la macchina perfetta, il corpo umano.

Nell’immagine sono rappresentati i globuli bianchi, i “poliziotti” del nostro organismo. I globuli bianchi, insieme agli altri componenti del sistema immunitario, intervengono ogni qualvolta si intrufola nel nostro organismo qualche ospite indesiderato.

Ma chi sono questi ospiti indesiderati?

Abbiamo tre tipi di “disturbatori”: gli inquinanti chimici, biologici e quelli fisici.

Tutte queste sostanze possono, direttamente o indirettamente, costituire un pericolo per la salute dell’uomo.

Di inquinanti ce ne sono davvero tanti.

Tralasciando gli inquinanti di tipo fisico, meritevoli di un discorso a parte, illustreremo il modo con gli inquinanti, chimici o biologici, possono arrivare nel nostro corpo.

Il nostro organismo può essere definito come un complesso sistema di barriere, sistema che alcune volte, però, è fallibile.

La prima via di ingresso è la via dell’ingestione. Quello che noi mangiamo potrebbe diventare il veicolo con cui gli inquinanti possono farci visita.

La seconda via è quella del contatto, reso possibile grazie al derma, cioè la pelle: specie se lesionata, l’ingresso del microrganismo è facilitato. Anche le mucose, come ad esempio quella orale o oculare, diventano porte d’accesso per i patogeni.

La terza modalità è la via inalatoria.

Il respirare, un’azione così semplice, primordiale, può diventare un’azione pericolosa. Quando respiriamo, le nostre vie aeree sono percorse da un insieme di possibili pericoli e si determinano così principalmente danni a livello del sistema respiratorio.

L’evoluzione ha permesso che il nostro sistema respiratorio funzionasse come un grande setaccio, in grado di escludere particelle più grossolane e di far passare quelle più piccole.

Minore è infatti il diametro delle particelle inalate maggiore sarà la profondità raggiunta a livello dell’albero respiratorio. In definitiva, più in profondità arrivano, maggiori sono i danni.

L’aria inquinata rappresenta un problema allarmante.

Molto spesso ci si sofferma a pensare alle conseguenze dell’aria contaminata presente all’esterno, sottovalutando o ignorando i rischi del respirare aria respirata negli spazi indoor, cioè negli spazi confinati.

Nel 2000, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha redatto il documento del “The Right to Healthy Indoor Air”, riconoscendo così l’aria indoor salubre come un diritto fondamentale per l’uomo.

Ma quando possiamo definire l’aria indoor un’aria di qualità? Quali sono gli elementi che contribuiscono ad una sensibile riduzione della qualità dell’aria indoor?

La risposta sarà nel prossimo articolo.

 

 

 

Nei luoghi di lavoro nulla è come sembra

Il rapporto tra inquinamento e salute dell’uomo negli ambienti di lavoro.

 

Il senso comune e le notizie spesso diffuse in maniera contraddittoria e fuorviante dai media, ci inducono a guardare al rapporto tra inquinamento e salute dell’uomo in maniera nebulosa, se non addirittura condizionata.

L’inquinamento assume nell’immaginario collettivo le sembianze delle grigie nuvole di fumo emesse da uno stabilimento, delle zattere di plastica galleggianti su mari e laghi una volta incontaminati, dello smog che attanaglia in una morsa le grandi città, degli sversamenti illeciti in aree protette, delle tante, troppe discariche a cielo aperto che incorniciano i centri abitati, dell’incessante rumore prodotto da mostri in metallo.

L’inquinamento è, dunque, immediatamente percepito come un fenomeno visibile, percepibile alle orecchie o all’olfatto, dimenticando, invece, come esso sia prima di tutto collegato all’aria che respiriamo, ad un elemento fisico cioè che non si tocca, non si sente e non si vede.

 

Di recente l’OMS ha denunciato come, nel mondo, per 1 morto su 4 la causa del decesso sia dovuta alla relazione quotidiana con gli inquinanti diffusi nell’aria, soprattutto in quella respirata sul posto di lavoro, dove, per ovvie ragioni, si trascorre gran parte della propria giornata.

Sono i lavoratori allora le principali ed inconsapevoli vittime di questo killer silenzioso dalla forza pandemica.

 

Sono gli impianti di condizionamento i maggiori responsabili dell’inquinamento indoor.

 

 

Questi salvifici ritrovati del progresso tecnologico, dei quali è ormai impossibile fare a meno nel periodo estivo come in quello invernale, che enormi benefici hanno apportato a chi trascorra diverse ore al giorno in uno spazio confinato, se non adeguatamente trattati possono tramutarsi in una incalcolabile minaccia per la salute.

Polveri sottili (PM10) e agenti patogeni che si riproducono per processo spontaneo e quindi inevitabile nelle condotte aerauliche, vengono costantemente liberati nell’aria di uffici e aziende che non provvedano alla puntuale e periodica verifica dello stato di salute dei loro impianti.

Malattie croniche dell’apparato respiratorio, riniti, allergie, emicranie sono solo alcune delle patologie riscontrate tra i lavoratori ed in aumento esponenziale per comparsa e cronicità.

Nel prossimo articolo di questo blog illustreremo in quali categorie si dividono gli inquinanti diffusi nell’aria e come essi agiscano ed interagiscano col nostro sistema immunitario.