Alba: completata l’evacuazione del carcere

Il carcere di Alessandria

Dopo i tre casi di legionella, è scattato lo sfollamento del carcere “Giuseppe Montalto”: 122 detenuti sono stati trasferiti in altre strutture vicine. Disposta la bonifica dell’impianto idrico.

Il carcere di Alessandria
Il carcere di Alessandria, una delle strutture che ospiteranno i detenuti

È stato completato ieri il trasferimento dei detenuti del carcere di Alba dopo l’allarme legionella dei giorni scorsi. Si tratta di 122 detenuti (fra cui 21 collaboratori di giustizia) e un altro centinaio di agenti di polizia penitenziaria, tutti distribuiti nelle strutture di Alessandria, Cuneo, Fossano, Saluzzo e Vercelli.

Tra la fine del 2015 e i primi giorni di gennaio, infatti, sono stati ben quattro i casi di legionella riscontrati nella casa circondariale. Di questi un detenuto condannato all’ergastolo sarebbe in gravi condizioni e ricoverato nell’ospedale San Lazzaro in coma farmacologico. Immediatamente era scattata la denuncia del sindacato Seppe che aveva sottolineato come da tempo la situazione sanitaria nel carcere di Alba (ma non solo) fosse critica e quello emerso non era il primo caso di legionella.

Intanto, con un’ordinanza a firma del sindaco di Alba, Maurizio Marello, è stata disposta la bonifica dell’impianto idrico nel carcere cittadino che potrebbe essere all’origine del diffondersi del batterio. Nei giorni scorsi è stato effettuato un sopralluogo da parte dei tecnici dell’amministrazione Penitenziaria per verificare le condizioni dell’istituto e domani, a Torino, il provveditorato s’incontrerà con le organizzazioni sindacali.

legionellosi: due casi sospetti a Zingonia

L'ospedale San Marco di Zigonia

È successo lo scorso novembre: due anziane, già in gravi condizioni, sarebbero morte dopo aver contratto la legionellosi. La procura indaga sulla causa principale dei decessi.

L'ospedale San Marco di Zigonia
L’ospedale San Marco di Zingonia

Due casi sospetti di legionella all’ospedale “San Marco” di Zingonia, nel bergamasco. I fatti risalgono allo scorso novembre: le due donne erano entrambe già in condizioni piuttosto gravi (una delle due era malata di tumore in fase terminale)  e avrebbero entrambe contratto il batterio della legionella in due reparti separati. Nonostante le cure messe in atto per arginare sia l’infezione sia le patologie pregresse, le pazienti sono morte dopo pochi giorni.

Spetterà alla Procura eventualmente accertare se proprio la Legionella sia stata la causa diretta dei due decessi. I due casi sono stati diagnosticati dal personale medico dell’ospedale in seguito alle verifiche abituali a cui vengono sottoposti i pazienti ricoverati che accusano problemi a livello polmonare.

«Come prevedono le linee guida nazionali e regionali per la prevenzione e il controllo della legionellosi – spiega il professor Giancarlo Borra, sovrintendente sanitario del Policlinico all’Eco di Bergamo – i due casi sono stati segnalati all’Asl di Bergamo (ora Ats – ndr). D’intesa con i loro tecnici e con i nostri, sono stati verificati se i sistemi di prevenzione e controllo messi in atto erano conformi con le linee guida. Abbiamo infine deciso di intensificare gli interventi anche con ulteriori misure predisposte per arginare l’eventuale diffusione dell’infezione».

Alba, carcere evacuato per epidemia di legionella

carcere di Alba

Epidemia di legionella nella casa circondariale di Alba, nel cuneese: già 3 casi accertati, di questi uno sarebbe in gravi condizioni. Decisa l’evacuazione della struttura.

La casa circondariale "Giuseppe Montalto"
La casa circondariale “Giuseppe Montalto”

Scatta l’evacuazione del carcere “Giuseppe Montalto” di Alba per una epidemia di legionella. Sarebbero infatti già 3 i casi conclamati, più uno in fase di accertamento. Di questi uno sarebbe in gravi condizioni.

Il Dipartimento di Amministrazione Penitenziara ha quindi deciso di procedere con lo sfollamento, nel più breve tempo possibile, della struttura che ospita attualmente 122 detenuti (di cui 22 collaboratori di giustizia) più 112 poliziotti in servizio per un totale di oltre 234 persone che dovranno essere distribuite nelle strutture più idonee del Piemonte.

A darne notizia è l’Organizzazione Sindacale Autonoma Polizia Penitenziaria per voce del Segretario Generale Leo Beneduci che aggiunge “ci complimentiamo per la tempestività dell’iniziativa assunta dall’Amministrazione Penitenziaria e nel contempo ci auguriamo che analoga sensibilità gli organi penitenziari a partire dal Provveditore Regionale la dimostrino ponendo in essere ogni iniziativa idonea ad alleviare il grave disagio dell’utenza e del personale”.

Soltanto una settimana fa, il 31 dicembre, uno dei detenuti condannato all’ergastolo era stato ricoverato nell’Ospedale San Lazzaro di Alba in coma farmacologico proprio perchè affetto da legionella. A comunicarlo era stato il sindacato Seppe che aveva immediatamente lanciato l’allarme legionella. Non era infatti il primo caso: già in precedenza uno dei detenuti e un polizzioto avevano contratto il batterio.

Legionella: detenuto in coma nel cuneese

Ospedale San Lazzaro - Alba

Dal 31 dicembre un detenuto condannato all’ergastolo è in coma farmacologico perché colpito dalla legionella. Nel carcere di Alba questo non è il primo caso.

Ospedale San Lazzaro - Alba
Ospedale San Lazzaro – Alba

L’anno nuovo inizia subito con un grave caso di legionella: nel carcere di Alba, nel cuneese, un detenuto condannato all’ergastolo ha contratto il batterio ed è stato ricoverato urgentemente nell’ospedale “San Lazzaro”.

L’uomo, di cui non è stata pubblicata l’identità, è in coma farmacologico presso il nosocomio cittadino dallo scorso 31 dicembre e per ora non si hanno notizie sulla sua situazione. A darne notizia è stato il Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria Sappe per voce del segretario regionale del Piemonte Vicente Santilli.

Nel carcere di Alba questo non sarebbe il primo caso, anzi. In precedenza un altro detenuto e anche un agente di polizia penitenziaria si sarebbero ammalati. A denunciarlo è sempre il sindacato: “Abbiamo più volte sollecitato l’Amministrazione penitenziaria a effettuare le giuste verifiche della struttura a salvaguardia del personale e della popolazione detenuta. Non abbiamo mai ottenuto delle risposte concrete”.

Questo caso riporta ovviamente a galla il problema, annoso e mai risolto, del degrado delle carceri italiane. “La situazione nelle carceri resta allarmante: altro che emergenza superata!”, denuncia il Segretario Generale del Sappe Donato Capece. Secondo recenti studi, infatti, è stato accertato che due detenuti su tre sono malati di almeno una patologia. Tra le malattie più frequenti, proprio quelle infettive, che interessano il 48% dei presenti. A seguire i disturbi psichiatrici (32%), le malattie osteoarticolari (17%), quelle cardiovascolari (16%), problemi metabolici (11%) e dermatologici (10%).