Legionella nelle scuole: quali sono i pericoli reali?

Legionella nelle scuole
legionella scuole documenti normativa

La Legionella, batterio che può causare Febbre di Pontiac e Legionellosi, è un tema di rilevanza eccezionale soprattutto riguardo alla sua prevenzione nelle scuole elementari e medie e negli asili-nido in particolare in vista dell’apertura dell’anno scolastico 2025/2026.

Nelle strutture pubbliche è sempre importante la prevenzione ed il controllo della presenza del batterio, ma nelle scuole, diventa ancora più urgente e di primaria importanza perchè si tratta di proteggere la salute e la sicurezza dei bambini, soprattutto dopo l’aggiornamento legislativo introdotto dal D.Lgs 102/2025 di cui abbiamo parlato qui. Ma quali sono i rischi reali? Vediamo.

Legionella nelle scuole: i rischi reali.

I bambini di scuole materne, elementari o medie sono realmente esposti al rischio Legionellosi? La risposta è sì.

Naturalmente le statistiche ci confortano perchè  definiscono rari i casi di infezione da Legionella nei soggetti di età inferiore a 19 anni: secondo dati dell’ISS del 2022, sono 3 i casi di legionellosi sotto la maggiore età su un totale di 3103, quindi circa lo 0,1%. Tuttavia va considerata anche la possibilità di contrarre la Febbre di Pontiac che deriva dall’esposizione al batterio della Legionella e che si manifesta con sintomi quasi del tutto identici ad una comune influenza. La Febbre di Pontiac andrebbe identificata come tale per essere curata nella giusta maniera. Inoltre ricordiamo che nelle scuole sono presenti anche adulti di tutte le fasce di età (maestri, collaboratori e personale amministrativo) che possono trovarsi esposti al rischio Legionella.

Importante è sapere che la Legionella si contrae respirando areosol di goccioline contaminate di acqua e non bevendo acqua, nè si può trasmettere da uomo a uomo.

9 Cose da fare nelle scuole per prevenire la Legionella

All’apertura delle scuole i responsabili di struttura dovrebbero dare priorità massima all’applicazione di un Protocollo di Prevenzione definito dalle Linee Guida Ministeriali del 2015 che comprende una serie di azioni, in genere gestite da ditte di professionisti dedicati e specializzati.

Ecco un elenco di cose da fare, rivolgendosi a professionisti in grado di svolgerle:

  1. Monitoraggio delle temperature: è essenziale assicurarsi che la temperatura dell’acqua si mantenga maggiore di 50 gradi e minore di 20 gradi, ovvero fuori dalle temperature favorevoli alla proliferazione della Legionella;
  2. Controllo dei biofilm: è importante monitorare i punti come tubature che sono favorevoli alla formazione del biofilm;
  3. Utilizzo di disinfettanti: bisogna assicurarsi che l’acqua abbia livelli adeguati di disinfettanti come il cloro (nè troppi nè troppo pochi);
  4. Pulizia e manutenzione: bisogna bonificare costantemente i filtri degli impianti di condizionamento e terminali come docce e rubinetti ;
  5. Disinfezione serbatoi acqua calda: svuotare e  disincrostare i serbatoi dell’acqua calda almeno due volte l’anno;
  6. Flussaggio dell’acqua: far scorrere l’acqua dai rubinetti per alcuni minuti prima dell’uso,
  7. Campionamento d’acqua: effettuare campionamenti d’acqua e inviarli al laboratorio per la ricerca di Legionella,identificando  i punti critici o poco utilizzati;
  8. Formazione e comunicazione: educare il personale e gli utenti sui rischi e sulle misure preventive adottate;
  9. Aggiornamento delle procedure: la compilazione del Manuale di Autocontrollo e del registro deve essere costante e regolare in relazione al modo in cui l’impianto viene usato;

 Legionella: i 3 documenti essenziali per prevenirla.

La prevenzione della Legionella è un’attività complessa che richiede esperienza e competenza sia dal punto di vista burocratico che dal punto di vista tecnico-ingegneristico in quanto necessita di un’analisi accurata degli impianti che forniscono sia acqua che aria, i due elementi essenziali per la vita ed il nostro benessere.

Per questo è fondamentale rivolgersi a ditte specializzate. Comunque è importante sapere che il Responsabile della Struttura di scuola, asilo, o qualsiasi altro edificio comunitario deve avere ed aggiornare 3 documenti che attestino la costante attività di controllo e prevenzione della Legionella:

  1. DVR Legionella
  2. Manuale di Autocontrollo Legionella
  3. Registro Attività di prevenzione

Il DVR o Documento di valutazione del rischio, è un passo fondamentale che costituisce la valutazione globale dell’edificio ed identifica i punti critici da analizzare e le azioni da intraprendere in caso di positività. Andrebbe redatto da un esperto o da un ingegnere termoidraulico.

Chi è la figura responsabile della prevenzione della Legionella nelle scuole?

Certamente il Dirigente Scolastico, però è bene sapere altre cose.

Ogni genitore dovrebbe essere attento all’attività di prevenzione che viene svolta nella scuola frequentata dai figli, e sapendo che è lo stesso Dirigente scolastico ad essere il responsabile della salute e della sicurezza di lavoratori ed alunni, può informarsi sulle azioni svolte in questo senso dalla scuola. Importante è anche sapere che l’onere economico delle azioni di prevenzione è a carico dei Comuni e deve anche essere preoccupazione dei Sindaci provvedere a alla prevenzione, per le scuole primarie e secondarie di primo grado e tutti gli uffici pubblici, così come fece ad esempio il Sindaco di Modugno Bonasia di cui potete leggere qui.

Se volete rivolgervi ad un team di professionisti com Servizi Speciali cliccate qui e chiedeteci informazioni ed un preventivo. 

Il nostro lavoro è la vostra salute.

Legionella: è ancora emergenza

emergenza legionella a new york luglio 2025

2 Morti e 58 infettati

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La Legionella colpisce ancora. Il Batterio-Killer ha causato una vera e propria epidemia con 58 infettati e 2 morti a New York, nel Central Harlem.

Le cause del focolaio sono state individuate nella contaminazione di 11 torri di raffreddamento di aria In un edificio del popolare quartiere. Come ci racconta la testata online Italia Report Usa questo tipo di impianti emette nebbia nell’aria per raffreddare gli ambienti confinati. Se l’acqua utilizzata e trattata non viene disinfettata correttamente o diventa stagnante o  troppo calda, aumenta esponenzialmente il rischio che si sviluppi il batterio della Legionella.

Cos’è la Legionella

Elaborazione grafica del Batterio della legionella

La Legionella, che vedete in foto nella nostra elaborazione grafica, è un batterio patogeno naturalmente presente in natura e non debellabile mai del tutto, che prolifera nelle acque stagnanti e quindi in tutti gli impianti idrici e areaulici che hanno punti di ristagno oppure tubature incrostate di biofilm.

La Legionella vive in questi ambienti umidi a temperature comprese tra i 18 e 45 Gradi e quando si disperde nell’aria attraverso microgoccioline (tramite rubinetti, docce o appunto impianti di nebulizzazione di aria) viaggia negli ambienti e, se inalata, infetta gli esseri umani causando o la Febbre di Pontiac (dai sintomi molto simili all’influenza) oppure la Legionellosi, una polmonite molto grave. Ricordiamo che non si trasmette da uomo a uomo ed è particolarmente rischiosa per i soggetti fragili come bimbi, anziani o immunocompromessi.

I numeri

Secondo l’Occupational Safety and Health Administration (OSHA), negli Stati Uniti si registrano ogni anno circa 6.000 casi di legionellosi. Ma i casi reali potrebbero essere sottostimati, poiché la legionellosi può facilmente essere confusa con altri tipi di polmonite. In Europa i casi sono in aumento se pensiamo che nel 2022 in Italia è stato rilevato un aumento di casi del 14%.

La Legge

Proprio a causa di questa tendenza, la gestione del rischio Legionella è all’attenzione dei legislatori europei che hanno posto la questione ai governi nazionali. In Italia il Ministero della Salute ha recepito le indicazioni e provveduto a rendere più stringenti gli obblighi inserendo anche sanzioni, a volte severe. Infatti negli ultimi due anni sono stati emessi due Decreti Legge, il n. 18/2023 ed il n. 102/2025 che, di fatto, rendono obbligatorie per tutte le strutture pubbliche e private le azioni previste nel Protocollo di Prevenzione della Legionellosi del 2015, e stabilendo sanzioni amministrative elevate e, in casi estremi, addirittura penali.

 Trovate qui gli aggiornamenti e qui il decreto del 2023.

Le soluzioni

 Non esiste una soluzione per sconfiggere la Legionella. Questo è un batterio che va gestito ed arginato. In tal senso è di fondamentale importanza accrescere la consapevolezza e la cultura della sicurezza e della salute pubblica che deve diffondersi a livello dei responsabili di ogni struttura pubblica e privata. Ognuno infatti deve avere ben chiaro il fatto che tutti i punti critici di un edificio nei quali può proliferare il batterio devono essere monitorati costantemente e tempestivamente bonificati in caso di contaminazione del batterio in funzione del benessere e della salute pubblica di cittadini e lavoratori.

Ricordiamo che I punti critici in questione sono:

  • Tutti i terminali di impianti idrici (docce, lavandini …)
  • Impianti trattamento dell’aria con torri di raffreddamento 
  • Cisterne di raccolta e deposito delle acque

Conclusioni

In Italia stiamo assistendo ad un progressivo aumento dell’attenzione verso questa problematica. La Servizi Speciali se ne occupa dal 2009 in maniera pioneristica offrendo alle aziende soluzioni tecniche personalizzate in funzione della bonifica degli impianti sia idrici che di trattamento dell’aria. La nostra azione, culturale e scientifica, continua.


Febbre del West Nile e Febbre di Pontiac: 3 differenze

la febbre estiva può dipendere da molte cose

Nelle ultime ore è scattato un allarme in provincia di Latina: una donna è morta a causa del Virus del West Nile, che ha contratto dopo una puntura di zanzara infetta. Anche questa febbre causa sintomi simili a quelli dell’influenza e di altre febbri di origini batteriche, come la Febbre di Pontiac, ma, se la sintomatologia è simile, la causa della febbre, il modo in cui si contrae, e, soprattutto, le cure sono molto diverse. Anche questa questa forma virale, così come la Febbre di Pontiac, non si trasmette da uomo a uomo. La febbre del West Nile è molto diversa dalla Febbre di Pontiac e vi elenchiamo le 3 differenze principali.

1. La causa delle febbri

Mentre la Febbre del Nilo Occidentale (West Nile) è causata da un virus della famiglia Flaviviridae, la Febbre di Pontiac è causata da un batterio: la Legionella Pneumophila. Il virus, della famiglia dei Flaviviridae, è stato isolato per la prima volta nel 1937 in Uganda, nel distretto West Nile, ed non può replicarsi senza infettare cellule vive di un organismo ospite. I batteri invece, come la Legionella Pneumophila che causa la febbre di Pontiac, sono veri e propri esseri viventi e possono riprodursi e sopravvivere al di fuori degli organismi che andranno poi ad infettare.

Mentre il serbatoio del virus sono prevalentemente le zanzare, in natura, la Legionella si replica all’interno di amebe e protozoi presenti nelle acque stagnanti, mentre nell’uomo colonizza i polmoni, infettando i macrofagi alveolari.

2. La trasmissione delle febbri

Il virus della Febbre del Nilo Occidentale viene trasmesso all’uomo attraverso la puntura della zanzara del genere Culex diffusa in Africa, Asia occidentale, Europa, Australia e America, che funge da vettore biologico.

Il batterio Legionella invece, proprio perchè vive autonomamente anche fuori dell’organismo che infetta, si trasmette attraverso inalazione di aerosol contaminato, causando spesso la Febbre di Pontiac. 

3. La cura delle febbri

Altro elemento di enorme differenza tra le due febbri è la cura: mentre per il virus della febbre del West Nile non esistono terapie antivirali specifiche infatti la guarigione avviene spontaneamente nella maggior parte dei casi, con trattamenti di supporto, il batterio Legionella si sconfigge  necessariamente con gli antibiotici. La febbre di Pontiac è una forma più lieve della legionellosi, mentre la forma più grave è la malattia del legionario. Va considerato che i sintomi più gravi della febbre del Nilo si presentano in media in meno dell’1% delle persone infette (1 persona su 150).

Malesseri che sembrano simili e ricordano l’influenza invernale non vanno mai sottovalutati. Le cause possono essere molto diverse e la loro identificazione deve essere fatta dai medici: da questo infatti dipende l’efficacia della cura che impedisce l’aggravarsi della malattia che sia essa virale o batterica.

Conclusioni

La Legionella è un batterio ubiquitario, naturalmente presente nell’ambiente, in particolare nelle acque. Per questo motivo può colonizzare gli impianti idrici e aeraulici degli edifici, se non adeguatamente manutenuti, ma solo attraverso il monitoraggio costante e l’attuazione di un piano di prevenzione, eseguito da aziende qualificate, è possibile ridurre il rischio reale di infezione.

Tutti coloro che sono i responsabili di una struttura turistica, di un centro benessere, di un edificio della pubblica amministrazione, di un ospedale, di un luogo di lavoro devono porre la giusta attenzione alle procedure che servono per rendere sicuro e sano il luogo di lavoro che è sempre e comunque un edificio condiviso dalla collettività. La salute pubblica passa sempre e comunque dall’aria che respiriamo, dall’acqua che scorre negli impianti e dalla sanificazione degli ambienti che tutti condividiamo nelle città. Se volete saperne di più sul protocollo da seguire cliccate qui.

Hai trovato la Legionella nell’acqua? Richiedi l’Iperclorazione Shock

persone che si approvvigionano di acqua sana durante emergenza legionella a milano
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Qualche giorno fa tutte le maggiori testate giornalistiche nazionali, come Il Messaggero, Il Mattino, Milano Today e SkyTg24, hanno riportato il caso di focolaio di Legionella a Milano, che ha provocato la morte di un anziano ed il ricovero di 6 persone in terapia intensiva. Mentre scriviamo sono emersi altri due casi accertati nello stesso condominio come scrive oggi Milano Today qui. I malcapitati hanno contratto la Legionellosi, l’infezione polmonare che deriva dal batterio Legionella Pneumophila.

Oggi, trascorsi alcuni giorni, le stesse testate hanno dato la notizia che non c’è più la Legionella: le analisi sono risultate negative al test.

Su questo punto, è doveroso fare alcune precisazioni tecniche.

Le analisi

Le analisi microbiologiche ufficiali per la ricerca della Legionella si basano su metodi culturali, come previsto dalle Linee guida italiane per la prevenzione e il controllo della legionellosi (2015), che prevedono tempi di incubazione fino a 10-12 giorni per ottenere risultati validi e certificabili.

Pertanto, dichiarare la completa assenza del batterio a pochi giorni dal campionamento solleva una naturale perplessità: è possibile che siano stati utilizzati metodi rapidi (ad esempio test immunoenzimatici o molecolari), che tuttavia non possono sostituire le analisi di laboratorio su terreno di coltura, le uniche valide ai fini legali e diagnostici completi. Al netto di questa perplessità vogliamo approfondire il tema della sanificazione di emergenza delle reti idriche attraverso l’iperclorazione shock, che ha consentito ai responsabili del condominio di Crescenzago di dichiarare l’assenza di Legionella nei giorni successivi al contagio.

L’iperclorazione Shock

Bisogna sapere che una volta trovato il batterio nell’acqua, è necessario fare un’intervento immediato che si chiama iperclorazione shock e che viene svolto da ditte specializzate.

Noi che facciamo l’iperclorazione quasi quotidianamente per clienti di tutta Italia, vi raccontiamo come si svolge l’intervento passo dopo passo.

Come si esegue correttamente un trattamento di iperclorazione shock:

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L’iperclorazione shock rappresenta una delle tecniche più efficaci per la disinfezione straordinaria degli impianti idrici, in particolare in presenza accertata di contaminazioni da Legionella Pneumophila. La procedura è normata e richiede l’impiego di prodotti specifici e di attrezzature professionali per garantire risultati sicuri e conformi alla normativa vigente sulle acque destinate al consumo umano.

1. Preparazione dell’impianto

Il primo passo consiste nello scollegamento e svuotamento del serbatoio di accumulo, che viene isolato temporaneamente dal resto della rete per evitare diluizioni e dispersioni del sanificante. Questo consente di trattare in modo diretto ed efficace l’intera rete idrica interna, agendo esclusivamente sui circuiti interessati.

2. Dosaggio del sanificante

Si procede quindi all’installazione temporanea di una pompa dosatrice sulla linea di mandata, a valle dei serbatoi di accumulo (sia per l’acqua calda che per la fredda), per l’immissione controllata di ipoclorito di sodio al 15%. La disinfezione viene realizzata mantenendo una concentrazione di cloro libero attivo pari a 50 ppm per un tempo di contatto di almeno un’ora, così da permettere al principio attivo di raggiungere e sanificare tutti i punti terminali dell’impianto.

3. Verifica della concentrazione

Durante il trattamento, il valore di cloro libero viene monitorato tramite clororesiduometro ad alte concentrazioni (strumentazione professionale come HANNA INSTRUMENTS), per garantire il raggiungimento e il mantenimento della soglia prevista.

Nota sul prodotto utilizzato: si impiega un sanificante a base di ipoclorito di sodio (14-15%), conforme all’uso in acqua potabile, idoneo sia per clorazioni continue che per trattamenti shock. Il dosaggio avviene in continuo tramite pompa dosatrice, preferibilmente associata a un sistema automatico di regolazione.

4. Distribuzione del sanificante

Per assicurare che il disinfettante raggiunga tutte le diramazioni della rete, si effettua l’apertura coordinata di tutti i rubinetti e terminali idrici (inclusi soffioni doccia e valvole di scarico), permettendo così al prodotto di fluire e agire su ogni singolo punto dell’impianto.

5. Risciacquo dell’impianto

Al termine del tempo di contatto previsto, la rete viene risciacquata con acqua potabile, fino all’eliminazione completa dei residui di ipoclorito, al fine di ripristinare le normali condizioni di utilizzo.

6. Verifica finale

Una volta completata la fase di risciacquo, si esegue un controllo puntuale della concentrazione di cloro residuo, assicurandosi che rientri nei limiti di legge per le acque destinate al consumo umano, secondo i parametri stabiliti dal D.Lgs. 18/2023.

7. Riattivazione dell’impianto

A questo punto è possibile procedere con la riattivazione dell’intero impianto idrico, garantendo una rete sanificata e conforme ai requisiti di sicurezza igienico-sanitaria.

Efficacia dell’iperclorazione shock

Attenzione: l’iperclorazione è un intervento tampone: è utile a contenere momentaneamente la carica batterica, ma non impedisce una successiva ricolonizzazione dell’impianto.

La presenza della Legionella infatti non viene scongiurata da questo intervento. Per prevenire in modo efficace il rischio Legionella nelle strutture ospedaliere, ad esempio, o in altre strutture che, in modo coscienzioso, decidono di controllare e sanificare sempre gli impianti, noi stessi di Servizi Speciali installiamo una macchina al biossido di Cloro.

Questo sistema automatico di dosaggio di biossido di cloro mantiene in continuo concentrazioni efficaci e sicure di disinfettante nella rete idrica. La legionella è un batterio insidioso e va sempre e comunque monitorato e controllato.

Chi decide cosa fare?

A decidere ed agire sono i responsabili delle strutture. I responsabili delle strutture alberghiere, dei condomini, degli edifici pubblici e privati, degli ospedali e delle RSA, dei centri commerciali, delle SPA o delle piscine e palestre, dovrebbero essere consapevoli al 100% di questa problematica e rivolgersi a professionisti del settore per valutare il rischio Legionella e limitarlo seguendo il protocollo di prevenzione, così come specificato nelle linee guida del 2015, che trovate qui.

Se pensate di aver bisogno del nostro intervento cliccate qui e chiedete un sopralluogo gratuito. 

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Legionella: 3 cose da fare nel tuo albergo in Estate

Turisti accolti in un albergo legionella Free

legionella rischio prevenzione negli hotel durante estate

 

 

Ieri la testata giornalistica “Il Fatto Quotidiano” ha riportato la notizia di una turista anglosassone che, infettata da Legionella, ha contratto la Legionellosi durante la sua vacanza a Creta: ora la donna lotta tra vita e morte.

Ci sono grosse possibilità che la malattia sia stata contratta in Hotel, infatti il Tour Operator EasyJet sta spostando tutto il flusso dei turisti diretti a Creta delle prossime 4 settimane in alloggi alternativi.

Se sei un responsabile o un Direttore d’Albergo devi sapere che la responsabilità della salubrità delle acque ad uso umano che si usano in albergo, e dell’aria che si respira è proprio la tua.  L’ospitalità è una cosa molto importante e delicata: non solo il benessere e la riuscita della vacanza di tante famiglie è nelle tue mani, ma addirittura la salute e la vita. 

Rendi il tuo Hotel o la tua struttura estiva Legionella-Free seguendo il Protocollo di Monitoraggio anti-Legionella e richiedi la Certificazione.

Bisogna vivere senza ansia questo momento di lavoro e senza temere uno dei rischi più insidiosi per le strutture ricettive: la Legionella. 

Saprai di certo che questo pericoloso batterio si annida negli impianti idrici degli hotel, in particolare nelle tubature, serbatoi dell’acqua calda e fredda, docce e sistemi di aria condizionata. Infatti, la legionella si moltiplica rapidamente nelle acque stagnanti o nei biofilm delle tubature con temperature tra 20°C e 50°C, condizioni spesso presenti negli impianti alberghieri. Per questo è necessario monitoraggio continuo della Legionella e degli impianti idrici e di quelli di aria condizionata.

Il rischio Legionella non va sottovalutato perchè il batterio, una volta liberato, attraverso la dispersione in microgocccioline di acqua, entra nelle vie respiratorie e causa due disturbi: la Febbre di Pontiac e la Legionellosi. Gli ospiti più vulnerabili sono gli anziani, le persone con malattie polmonari croniche e gli immunodepressi, con gli uomini più suscettibili delle donne, ma tutti siamo soggetti a rischio.

Queste malattie sono gravi e potenzialmente letali! Un aspetto fondamentale da chiarire, soprattutto per chi gestisce strutture ricettive, riguarda la contagiosità della Legionella. La risposta è chiara e netta: NO, la Legionella non è contagiosa da persona a persona

legionella rischio prevenzione negli hotel durante estate 3

All’interno degli Hotel, numerosi sono i punti critici dove la Legionella può trasformarsi da presenza innocua a potenziale minaccia per la salute. I principali vettori di contagio includono:

    • Rubinetti e diffusori delle docce nelle camere degli ospiti

    • Vasche idromassaggio e SPA

    • Piscine e aree wellness

    • Bagni turchi

    • Fontane ornamentali negli spazi comuni o nei giardini

    • Torri di raffreddamento degli impianti

    • Sistemi di condizionamento

    • Sistemi di ricircolo dell’aria

    • Sistemi di irrigazione dei giardini

Quando un ospite fa la doccia, ad esempio, il vapore caldo che si genera rappresenta uno dei rischi principali, poiché può veicolare aerosol contaminato che viene facilmente inalato. Analogamente, idromassaggi, piscine e spa comportano un rischio elevato di trasmissione se non adeguatamente manutenuti. Le SPA, le piscine ed i centri benessere, rappresentano aree a rischio elevato, poiché combinano temperature ideali per la crescita batterica con la produzione costante di aerosol. Ma anche gli impianti di condizionamento rappresentano un rischio: se le condotte di canalizzazione non sono pulite con regolarità diventano deposito di polveri sottili e batteri che si diffondono negli ambienti.

Il rischio Legionella rappresenta una sfida complessa ma gestibile per gli albergatori. Pur essendo un batterio presente naturalmente nell’ambiente acquatico e quindi impossibile da eliminare completamente, è possibile tenere sotto controllo la sua proliferazione attraverso interventi mirati e procedure di manutenzione regolari.

A questo link trovate una descrizione precisa dei sintomi e delle conseguenze che porta l’infezione da Legionella, mentre qui trovi le Linee Guida del Ministero della Salute che impongono degli obblighi precisi di controllo e pulizia degli impianti a tutte le strutture che ricevono i turisti.

Come gestore di una struttura ricettiva, infatti, è importante ricordare che, secondo la normativa vigente, sei obbligato a effettuare controlli regolari degli impianti per prevenire la colonizzazione da parte del batterio. La valutazione del rischio Legionella, da effettuare con periodicità, meglio se annuale, rappresenta il primo passo fondamentale per identificare e gestire efficacemente tutti i potenziali rischi all’interno della tua struttura.

Noi della Servizi Speciali di Bari siamo partner tecnico di grandi strutture ricettive, aziendali ed ospedaliere per la sanificazione delle condotte dell’aria condizionata e per la bonifica degli impianti idraulici da legionella, e vogliamo suggerirti 3 cose da fare prima dell’inizio della stagione balneare.

    1. Contatta un tecnico che possa aiutarti a stilare un DVRL – Documento di Valutazione del Rischio Legionella. Ogni struttura ha i suoi punti critici che dipendono dagli impianti e dal modo in cui sono gestiti.
    2. Se notate una grande frequenza di malattie con sintomi influenzali nei vostri collaboratori, chiamate immediatamente un’azienda di decontaminazione ambientale e bonifica di impianti aria/acqua
    3. Cercate di tenere l’acqua calda in uscita a temperature al di sopra dei 50 Gradi Centigradi.

  1.   

Naturalmente se volete passare a livello di Super Eroe Anti-legionella, e mettervi in regola con la legge ed a posto con la coscienza,  cliccate qui e chiedeteci un preventivo.

Ricorda che la prevenzione non rappresenta solo un obbligo normativo, ma anche un elemento distintivo della qualità della tua struttura. Gli ospiti scelgono Hotel che garantiscono sicurezza e benessere, pertanto investire nella prevenzione della Legionella significa investire nella reputazione e nel futuro della tua attività.

La Legionella può essere tenuta sotto controllo mediante procedure semplici ma rigorose. Quindi, affidati a professionisti qualificati per la valutazione del rischio, mantieni i registri dettagliati degli interventi di manutenzione e assicurati che il tuo personale sia adeguatamente formato.

La tua struttura merita questa protezione. I tuoi ospiti la pretendono. La legge la richiede.

La nostra azienda dal 2009 fornisce tutti i servizi necessari alla sanificazione di ogni impianto di aria condizionata, analisi, monitoraggio ed intervento di bonifica dell’ acqua della vostra struttura, anche attraverso l’installazione, a monte dell’impianto idrico, del macchinario a Biossido di Cloro che monitora e disinfetta a ciclo continuo l’acqua corrente e rilascia la certificazione di struttura LEGIONELLA-FREE.

Ed il tuo albergo ce l’ha? Chiamaci per un sopralluogo gratuito.

L’IMPORTANZA DI FARE MANUTENZIONE AGLI IMPIANTI DI CLIMATIZZAZIONE

Gli impianti di climatizzazione possono diventare un veicolo pericolosissimo di malattie per la salute umana. Vi illustriamo quali sono i rischi e cosa dice la legge sull’importanza della manutenzione.

L’obbligo imposto dalla legge

Non si tratta solo di prassi. Sull’importanza di fare manutenzione agli impianti di climatizzazione si è espressa anche la legge: nell’allegato 4 al D.Lgs. n. 81/2008 si legge che qualsiasi sedimento o sporcizia che potrebbe comportare un pericolo immediato per la salute dei lavoratori dovuto all’inquinamento dell’aria respirata, deve essere eliminato rapidamente. L’inosservanza comporta una serie di conseguenze che vanno dall’arresto da 3 a 6 mesi, alla possibilità del risarcimento del danno provocato, arrivando, nei casi più gravi, al delitto colposo contro la salute pubblica e alle lesioni personali colpose.

Si aggiunga anche che il Provvedimento 2636 del 5 Ottobre 2006 della conferenza Stato Regioni definisce precisi protocolli tecnici per la manutenzione degli impianti di climatizzazione, definendo idoneo il subsistema aeraulico quando tutte le superfici presentano una quantità di particolato inferiore a 1g/m2. Ulteriori direttive riguardano la prevenzione e il controllo della legionellosi, una malattia monitorata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità per la sua pericolosità.

I rischi per la salute

Oggi, oltre al rischio della Sindrome dell’Edificio Malato e quello della legionella, uno ancor più grave incombe sull’incolumità del lavoratore: il Covid-19.

E’ un fatto accertato che il virus, veicolato dalle polveri sottili presenti nell’impianto, entri nei luoghi di lavoro, contamini l’aria e metta in crisi le strutture. Da quel momento, l’integrità fisica degli individui potrebbe non essere più garantita e i soggetti più fragili potrebbero subire danni, a volte irreversibili per il loro stato di salute.

Non verificare le condizioni degli impianti di climatizzazione, ritenendo secondaria l’importanza di una buona manutenzione, potrebbe arrecare seri danni alla salute degli individui. E’ dunque un obbligo morale, prima che in nome della legge, che gli impianti vengano ispezionati. Un contributo che i responsabili della sicurezza delle strutture pubbliche o private devono dare perché l’autunno e l’inverno facciano meno paura.

La Servizi Speciali, la più antica azienda del territorio, è a disposizione di quanti volessero verificare lo stato del loro impianto.

Oltre il Covid-19

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Il Covid-19 non è il male maggiore

Mentre la consapevolezza del rischio per la salute a causa dell’inquinamento atmosferico è patrimonio comune, è difficile accettare l’idea che l’aria contaminata nei luoghi di lavoro possa costituire una reale minaccia per l’integrità fisica dei lavoratori, ben più grave di quello del Covid-19.

L’inquinamento dell’aria negli ambienti indoor rappresenta un problema importante per la salute pubblica con significative implicazioni sociali ed economiche.

L’impatto sulla salute umana dell’area respirata emessa dagli impianti in evidente degrado igienico-sanitario può essere causa di effetti che vanno dal disagio neurosensoriale a condizioni di malessere diffuso, diminuzione del comfort, percezione negativa della qualità dell’aria, fino a gravi condizioni di salute a carico dell’apparato respiratorio, principale porta d’ingresso dei contaminanti indoor.

L’assorbimento a livello respiratorio delle polveri sottili emesse da impianti aeraulici in condizioni critiche e la successiva circolazione di tali polveri nell’organismo possono dare luogo ad un effetto cancerogeno in un qualsiasi organo a seconda del tropismo di questo. Inoltre, con l’aumentare della concentrazione delle sostanze nocive, il numero delle ultime cresce in modo proporzionale.

La contaminazione dei luoghi di lavoro non è mai figlia del caso ma è piuttosto la conseguenza più grave dei rischi a volte sottovalutati, altri del tutto ignorati.

Le condizioni di vita del lavoratore dipendono direttamente dall’ambiente in cui presta la sua opera. E’ pertanto necessario proteggere e preservare l’ambiente per assicurare una qualità di vita degna e sostenibile.

Virus e batteri, Covid-19 incluso, non sono un problema tanto quanto lo è tenere l’asticella dell’igiene troppo bassa. Molti ignorano che l’aria assomiglia ad una discarica nella quale confluisce di tutto: polveri sottili, virus (Cytomegalovirus, Herpes Simplex), batteri (Escherichia Coli, Pseudomonas Aerginosa, Klebsiella) e muffe.

Naturalmente del Covid-19 dobbiamo preoccuparci, ma dovremmo farlo ancor di più della qualità dell’aria che, se chimicamente e microbiologicamente contaminata, col tempo comprometterà inevitabilmente il sistema polmonare dei lavoratori.

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Lo dice la legge!

Risparmiare in sanificazione e pratiche di tutela della salubrità degli ambienti di lavoro, può costare caro in termini penali e di risarcimento del danno e quello che appare un risparmio, diventa alla fine un salasso molto costoso. La recente normativa Inail sul Covid-19 (illustrata con apposita circolare esplicativa) dice che il datore di lavoro risponde per dolo o colpa del contagio da Covid-19 (malattia professionale) subito dal dipendente. La stessa cosa dicasi nel caso dell’albergatore il cui cliente si ammali per le stesse ragioni.

Lo abbiamo chiesto ad un autorevole esperto di diritto penale, l’avvocato Filiberto Palumbo: “Il senso della normativa è questo. L’Inail anticipa l’entità del danno subito dal lavoratore in caso di contagio contratto sul posto di lavoro nel caso, provato, che il titolare abbia omesso colposamente, con negligenza, imprudenza o imperizia tutti gli accorgimenti di legge come mascherine, gel disinfettante e sanificazione dei luoghi e condotte. Questo è l’aspetto privatistico. Però in capo all’imprenditore scatta altro tipo di responsabilità ed è quella penale. Se il suo dipendente o il cliente si ammalano a seguito di condotte colpose egli risponde del reato di lesioni colpose, art. 590 del codice penale, e ove subentri la morte, di omicidio colposo art. 589 c.p. A volte può scattare quella ipotesi detta dolo eventuale, ovvero se pur non volendo l’evento morte, lo abbia messo in considerazione come possibilità. Naturalmente nel processo penale il danneggiato, cioè il lavoratore o il cliente contagiato, possono costituirsi parte civile. In tal modo il titolare deve: rispondere davanti al tribunale penale, risarcire il danno della parte civile e rifondere all’ Inail quello che ha anticipato al lavoratore per la malattia   professionale. Tutto questo vale non solo per il Coronavirus, ma anche per altre tutele alla salute del lavoratore, penso a macchinari difettosi, scarsa manutenzione, condizionatori e condotte infette. Tale responsabilità oggettiva vale anche per albergatori, titolari di palestre, e in genere attività chiuse. La considerazione finale è che quello che sembra un apparente vantaggio, la mancata esecuzione preventiva di queste pratiche di salute, può costare molto cara, in caso di malattia del lavoratore o del cliente”.

LAVORATORI DI SERIE A E DI SERIE B

[vc_row][vc_column][vc_column_text]Lavoratori di serie A sono quelli che respirano aria emessa da impianti aeraulici in questo stato:[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_single_image image=”1618″ img_size=”medium” alignment=”center”][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]Lavoratori di serie B sono quelli meno fortunati che, senza averne consapevolezza, respirano aria emessa da impianti aeraulici che versano, come in questo caso, in condizioni igienico sanitarie critiche:[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_single_image image=”1612″ img_size=”medium” alignment=”center”][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]

Mentre la consapevolezza del rischio per la salute a causa dell’inquinamento atmosferico è patrimonio comune, è difficile accettare l’idea che l’aria nei luoghi di lavoro possa essere gravemente contaminata e costituire una reale minaccia per l’integrità fisica del lavoratore.

L’inquinamento dell’aria negli ambienti di lavoro rappresenta un importante problema per la salute pubblica con significative implicazioni sociali ed economiche.

A prescindere dal Covid-19 che, secondo alcuni importanti virologi di fama internazionale può essere veicolato dagli impianti di aereazione, quel che è certo è che agli impianti aeraulici bisogna porre molta attenzione.

L’impatto sulla salute umana dell’inquinamento indoor può essere causa di una serie di effetti che vanno dal disagio neurosensoriale a condizioni di malessere diffuso, da diminuzione del confort a percezione negativa delle qualità dell’aria, fino a gravi condizioni di salute, in particolare a carico dell’apparato respiratorio, principale porta d’ingresso degli inquinanti indoor.

L’assorbimento di sostanze nocive a livello respiratorio e il successivo passaggio in circolo, fanno sì che l’effetto dannoso possa verificarsi in qualsiasi organo e con l’aumentare della concentrazione di sostanze nocive, il numero delle vittime cresce. Il Covid-19 aggrava il rischio ma non è la causa del degrado igienico sanitario in cui talvolta versano impianti aeraulici.

La contaminazione dei luoghi di lavoro non è figlia del caso, ma è piuttosto la conseguenza di un rischio dimenticato poichè intangibile.

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Sanificazione post Covid Ospedale Miulli

Grazie al contributo dell’intera Regione e dell’eccellente task force selezionata da chi guida con responsabilità la sanità pugliese, poco alla volta ma progressivamente, sconfiggiamo l’emergenza Covid-19.

L’ala al quarto piano del prestigioso ospedale Ente Ecclesiastico “F. Miulli” dedicata al Coronavirus, è ormai libera e la nostra ditta la Servizi Speciali S.r.l., da anni leader nel settore delle sanificazioni, sta già provvedendo a sanificare le sue condotte aerauliche. A seguito del progressivo svuotamento di pazienti Covid-19 dall’ospedale, segno dell’efficienza del sistema, anche il terzo piano dell’ala a questa emergenza dedicata, è in via di smantellamento ed anche qui bisognerà eseguire il medesimo trattamento di sanificazione delle condotte aerauliche.

Insieme possiamo celebrare e ricordare una data storica, quando privato e pubblico assieme lavorano di comune accordo, con professionalità, rigore ed onestà, sotto la direzione della Regione Puglia e della sua task force.