Al via la campagna ‘No Legionella’ nelle 164 scuole del Comune di Bari

Bari, 22/12/2020

La Servizi Speciali S.r.l., azienda leader nel Centro-Sud nella prevenzione e trattamento della Legionella, è lieta di annunciare che presso la scuola primaria “San Francesco”, sita in Bari Via Peucetia 50, ha tenuto in data 21 Dicembre 2020 l’intervento zero di bonifica della rete idrica e serbatoi di acqua (con annesso relativo prelievo dei campioni da analizzare in laboratorio e successiva attestazione a fine operazioni) alla presenza di Autorità cittadine.

L’ intervento si inserisce nell’ambito di una gara indetta dal Comune di Bari per il controllo e la gestione del rischio Legionella nelle 164 scuole cittadine pertinenziali, asili, elementari e medie, vinta dalla Servizi Speciali.

Esprimiamo gratitudine e senso di apprezzamento al Comune di Bari, nella persona del Suo Sindaco p.t e dell’Assessore al ramo, in quanto hanno dimostrato sensibilità al problema Legionella.

In un momento nel quale l’attenzione mediatica è rivolta, giustamente, al Covid-19, è bene non dismettere lo sguardo dalla Legionella che è altrettanto insidiosa negli esiti finali, per altro con sintomi sovrapponibili allo stesso coronavirus.

Siamo certi che, sulla base di quanto operato a Bari, altri amministratori cittadini della nostra terra, seguiranno questo esempio virtuoso.

Bambini, maestri e genitori hanno diritto a luoghi di studio e lavoro, adeguati e sicuri.

Grazie al Comune di Bari per la sua lodevole sensibilità, nel tempo in cui la difesa della salute deve essere sempre al primo posto.

Servizi Speciali S.r.l.

Legionella, spesso sottovalutata e non considerata a dovere dagli Enti – Fonte: Quotidiano di Bari

Il recente caso scoppiato al Policlinico di Bari e relativo strascico giudiziario ci porta ad esaminare da vicino questa malattia, la legionella, spesso sottovalutata e non considerata a dovere dalle pubbliche amministrazioni. La popolazione infatti ha il diritto di usufruire di acqua sicura, impianti non contaminati e soprattutto strutture sanitarie non a rischio.  E non valga la risposta: non abbiamo soldi per sanificare, inaccettabile. Di legionella parliamo con una delle esperte maggiormente accreditate a livello nazionale, docente al Policlinico di Bari, autrice di 500 pubblicazioni: la professoressa Maria Teresa Montagna.

Che cosa è la legionella?

“Legionella è un bacillo Gram-negativo, ubiquitario, idrofilo, predilige ambienti acquatici artificiali, soprattutto reti idriche obsolete che distribuiscono acqua calda (preferibilmente tra 25° e 50°C), ma è in grado di sopravvivere in un range di temperatura compreso tra 6° e 60°C. Può trovarsi in forma libera, all’interno di protozoi ciliati e di amebe oppure ancorata a biofilmadeso alle superfici interne alla rete idrica. Protozoi e biofilm rappresentano una fonte di nutrimento e di protezione dalle condizioni ambientali sfavorevoli (temperatura e acidità elevate, presenza di biocidi, ecc.). Alcuni parametri chimico-fisici dell’acqua (per es. pH, cloro, ferro, rame) possono condizionare la sua capacità di sopravvivenza e il grado di proliferazione. Quando Legionella si insedia in un sistema di distribuzione dell’acqua, la sua eradicazione richiede un impegno difficile da portare avanti e non sempre di facile risoluzione”.

Palestre e scuole chiuse: bisogna sanificare impianti idrici dopo la serrata per evitare Legionella?

“Se una struttura di qualsiasi natura (comunitaria o sanitaria) rimane chiusa per più di una settimana, la valutazione del rischio deve essere aggiornata in funzione dell’utilizzo dell’impianto. E’ necessario programmare una rigorosa e adeguata sorveglianza microbiologica della rete idrica, prima della riapertura. Qualora la carica di Legionelladovesse superare i valori limite previsti dalle “Linee Guida Nazionali per la prevenzione e il controllo della legionellosi”, è necessario programmare un intervento di bonifica, adeguando la scelta del biocida alle caratteristiche dell’impianto (per es. materiale delle tubature, vetustà del sistema, presenza di biofilm”.

Legionella contratta in ambiti ospedalieri: che cosa si deve?

“Legionella si trasmette all’uomo attraverso l’inalazione di aerosol contaminati, generati per lo più da rubinetti e docce. In realtà, tutti i luoghi in cui si può entrare in contatto con acqua nebulizzata possono considerarsi a rischio (abitazioni private, luoghi di lavoro, ospedali, alberghi, piscine, fontane ornamentali, ecc). L’ambiente ospedaliero è a maggior rischio di legionellosi esclusivamente perché ospita soggetti vulnerabili, quali immunocompromessi, trapiantati, affetti da patologie croniche debilitanti (neoplasie ematologiche e non, diabete, nefropatie, broncopneumopatie croniche, insufficienza cardiaca o renale), compresi soggetti di età avanzata, fumatori o alcolisti. Per queste categorie di pazienti anche l’esposizione a basse cariche può essere un rischio”.

Che regole igieniche si devono osservare per prevenirla?

“Garantire la sicurezza dell’acqua utilizzata nelle strutture sanitarie/comunitarie significa prevenire e gestire i rischi di natura chimico-fisica e microbiologica legati alle caratteristiche dell’impianto idrico. Tali rischi sono per lo più di origine multifattoriale e di natura dinamica, che nel tempo si complicano sia per l’assetto strutturale e funzionale della struttura edilizia sia per la particolare vulnerabilità dei soggetti esposti (per es. soggetti defedati o ricoverati in ambiente ospedaliero o case di cura).

La prevenzione della legionellosi si basa essenzialmente sulla frequente decalcificazione dei rompigetti di rubinetti e dei soffioni delle docce, sostituzione delle guarnizioni usurate, periodica pulizia e disinfezione dei serbatoi di accumulo dell’acqua, ove presenti. E’ fortemente consigliato far defluire giornalmente tutti i punti terminali di acqua, allo scopo di evitare ristagni o tratti “morti” della rete idrica che favoriscono la colonizzazione e moltiplicazione del batterio”.

 Come curarla ed è molto pericolosa?

“Poiché il genere Legionella comprende microrganismi prevalentemente intracellulari, gli antibiotici generalmente impiegati per il trattamento della legionellosi sono macrolidi e/o fluorchinolonici (più raramente le tetracicline). Al contrario, tutte le betalattamine, i carbapenemici, gli aminoglicosidi e il cloramfenicolo sono inutili per il trattamento della malattia, in quanto incapaci di raggiungere concentrazioni intracellulari tali da risultare efficaci contro il microrganismo”.

Sintomi: sono sovrapponibili al Covid?

“Sebbene Legionella e Coronavirus siano microrganismi molto diversi tra loro, caratterizzati da forme di contagio e periodi di incubazione differenti, la legionellosi potrebbe essere scambiata erroneamente con Covid-19 in quanto alcuni sintomi accomunano le due patologie, a partire dalla polmonite.

A differenza di Covid-19, la legionellosi non si trasmette da uomo a uomo; inoltre, quando Legionella si localizza a livello polmonare, l’ospite suscettibile può manifestare diverse forme cliniche:

  • Infezione inapparente: ha un decorso con sintomi lievi e aspecifici, tali da non richiamare l’attenzione.
  • Febbre di Pontiac: dopo un breve periodo d’incubazione (12-36 h), si manifesta come sindrome simil-influenzale caratterizzata da febbre, cefalea, brividi, mialgie; evolve spontaneamente dopo 2-5 giorni.
  • La Malattia dei Legionari: dopo un periodo di incubazione di 2-10 giorni, si manifesta sotto forma di polmonite, con o senza manifestazioni extra polmonari. E’ una forma grave e può evolvere verso un esito infausto, soprattutto se il paziente è immunocompromesso o presenta altre patologie concomitanti. Non presenta caratteri di specificità: insorge bruscamente con febbre, dolore toracico, dispnea, cianosi e tosse generalmente non produttiva. Possono essere presenti sintomi gastrointestinali, neurologici e cardiaci, spesso associati ad alterazioni dello stato mentale.
  • Forme extra polmonari: sono rare ma hanno decorso grave e alta letalità, con localizzazione cardiaca (miocardite acuta, pericardite, endocardite) e intestinale (peritonite, colite, pancreatite)”

SE IL COVID-19 FOSSE AIRBORNE COSA SUCCEDEREBBE?

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Valutiamo la possibilità che il SARS-COV-2 si diffonda effettivamente per via aerea e le conseguenze a cui andremmo incontro.

LA TRASMISSIONE

Partiamo da quello che sappiamo, o pensiamo di sapere, sul COVID-19: può diffondersi nell’aria.. Asserire però che il COVID-19 sia airborne vuol dire qualcosa in più, cioè che, oltre alle già note “goccioline respiratorie prodotte quando una persona infetta tossisce, starnutisce o parla” (droplet), particelle più piccole rimangono sospese nell’aria, rendendo l’aria stessa infetta. Per di più, queste particelle, secondo un comunicato stampa del National Institutes of Health del 17 marzo, sembrerebbero essere rilevabili nell’aria per oltre tre ore e, secondo l’infettivologo Massimo Galli, la loro trasmissione avverrebbe anche a distanze importanti, favorita dal ricircolo dell’aria.

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COSA DICE L’OMS

Sebbene l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) non abbia mai di fatto rilasciato alcun comunicato che assegni evidenza scientifica alla possibilità di una trasmissione airborne del virus, nei giorni scorsi aveva fatto molto parlare di sé la lettera aperta di un gruppo internazionale di 239 ricercatori da 32 paesi, nella quale si sosteneva che ci fossero ormai prove scientifiche sufficienti per ritenere che, in alcune circostanze, il virus possa essere veicolato dall’aria.

Di fronte a così tanto clamore l’OMS si era espressa sulla questione, attestandosi però sulla linea del possibilismo. Benedetta Allegranzi, responsabile degli aspetti tecnici nella prevenzione e controllo di malattie infettive, così dichiarava: “non si può escludere” che “in ambienti affollati, chiusi e scarsamente ventilati il virus airborne, più persistente nell’aria stessa, possa trasmettersi più facilmente.

I RISCHI MAGGIORI NEGLI AMBIENTI CHIUSI

Si aggiunga anche una considerazione: se così fosse, i rischi evidentemente sarebbero più alti in ambienti chiusi, in cui presumibilmente se si condividesse tempo e spazio con una persona infetta e in mancanza di un adeguato ricambio d’aria, la possibilità di essere esposti al virus sarebbe esponenzialmente più alta che se trascorressimo lo stesso tempo con la stessa persona infetta all’aria aperta.

se il covid-19 fosse airborne cosa succederebbe
COSA ACCADREBBE?

Quindi, arriviamo a ciò che possiamo domandarci di conseguenza. Apprestandoci a vivere i lunghi mesi invernali cosa succederebbe negli uffici pubblici e nei luoghi di lavoro, dotati di riscaldamento, o comunque di sistemi di ricircolo dell’aria? Cosa accadrebbe, più nello specifico, se questi impianti aeraulici non fossero adeguatamente sanificati e pronti a fronteggiare una minaccia tanto grande quanto quella del COVID-19? Una sistematica disinfezione delle condotte aerauliche garantirebbe una ventilazione appropriata e limiterebbe la diffusione di agenti patogeni aerodispersi? La risposta a quest’ultimo interrogativo è sì.

Nella maggior parte degli edifici, l’aria entra attraverso un impianto di ventilazione producendo una miscela di aria di ricircolo e aria fresca esterna. L’aria esterna è piena di agenti inquinanti e già questo basterebbe a chiedersi che genere di aria si respiri nei luoghi di lavoro e se i sistemi di aerazione siano adeguatamente pronti a filtrare al meglio l’aria. Ma se a questo aggiungessimo anche la possibilità che quell’inquinamento si unisca alle particelle SARS-COV-2, di certo si darebbe origine ad uno scenario estremamente insalubre. Senza contare che la qualità dell’aria che respiriamo non ha solo effetti a breve termine, ma anche a lungo termine, determinando numerose patologie e mettendo seriamente a rischio la nostra salute respiratoria.

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UNA POSSIBILITà DI RISOLUZIONE

Assicurarsi che i luoghi in cui lavoriamo, in cui trascorriamo la maggior parte del nostro tempo, siano predisposti ad affrontare il COVID-19, è un diritto per i lavoratori e un dovere per imprenditori e gestori. Sanificare un impianto aeraulico non è un vezzo, né un’opzione. È un’urgenza. E tutti dovrebbero prestare l’attenzione che merita al problema. Garantirsi di respirare una buona aria vuol dire anche arginare in parte un problema che di recente sta subendo catastroficamente una nuova impennata. E del resto, la società non può più fermarsi e non può permetterselo il sud.

A LUNGO TERMINE

Il problema del COVID-19 purtroppo non potrà essere arginato velocemente, almeno fino a che non arriveremo ad un vaccino. Nell’attesa possiamo soltanto mettere in pratica una combinazione di misure di sicurezza preventive perché la diffusione del virus resti più contenuta possibile.

SERVIZI SPECIALI opera nel campo delle sanificazioni ambientali da oltre un decennio ed ha a cuore il problema della diffusione del COVID-19, ma invita a riflettere che, anche in scenari non pandemici, può essere un’attività intelligente dedicare del tempo predisponendo ambienti interni sani per i lavoratori.

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L’IMPORTANZA DI FARE MANUTENZIONE AGLI IMPIANTI DI CLIMATIZZAZIONE

COVID-19: COSA ASPETTARCI IN AUTUNNO

COME SANIFICARE GLI AMBIENTI: IL METODO PIÙ EFFICACE

L’IMPORTANZA DI FARE MANUTENZIONE AGLI IMPIANTI DI CLIMATIZZAZIONE

Gli impianti di climatizzazione possono diventare un veicolo pericolosissimo di malattie per la salute umana. Vi illustriamo quali sono i rischi e cosa dice la legge sull’importanza della manutenzione.

L’obbligo imposto dalla legge

Non si tratta solo di prassi. Sull’importanza di fare manutenzione agli impianti di climatizzazione si è espressa anche la legge: nell’allegato 4 al D.Lgs. n. 81/2008 si legge che qualsiasi sedimento o sporcizia che potrebbe comportare un pericolo immediato per la salute dei lavoratori dovuto all’inquinamento dell’aria respirata, deve essere eliminato rapidamente. L’inosservanza comporta una serie di conseguenze che vanno dall’arresto da 3 a 6 mesi, alla possibilità del risarcimento del danno provocato, arrivando, nei casi più gravi, al delitto colposo contro la salute pubblica e alle lesioni personali colpose.

Si aggiunga anche che il Provvedimento 2636 del 5 Ottobre 2006 della conferenza Stato Regioni definisce precisi protocolli tecnici per la manutenzione degli impianti di climatizzazione, definendo idoneo il subsistema aeraulico quando tutte le superfici presentano una quantità di particolato inferiore a 1g/m2. Ulteriori direttive riguardano la prevenzione e il controllo della legionellosi, una malattia monitorata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità per la sua pericolosità.

I rischi per la salute

Oggi, oltre al rischio della Sindrome dell’Edificio Malato e quello della legionella, uno ancor più grave incombe sull’incolumità del lavoratore: il Covid-19.

E’ un fatto accertato che il virus, veicolato dalle polveri sottili presenti nell’impianto, entri nei luoghi di lavoro, contamini l’aria e metta in crisi le strutture. Da quel momento, l’integrità fisica degli individui potrebbe non essere più garantita e i soggetti più fragili potrebbero subire danni, a volte irreversibili per il loro stato di salute.

Non verificare le condizioni degli impianti di climatizzazione, ritenendo secondaria l’importanza di una buona manutenzione, potrebbe arrecare seri danni alla salute degli individui. E’ dunque un obbligo morale, prima che in nome della legge, che gli impianti vengano ispezionati. Un contributo che i responsabili della sicurezza delle strutture pubbliche o private devono dare perché l’autunno e l’inverno facciano meno paura.

La Servizi Speciali, la più antica azienda del territorio, è a disposizione di quanti volessero verificare lo stato del loro impianto.

COVID-19: COSA ASPETTARCI IN AUTUNNO

Covid19: cosa aspettarci nei prossimi mesi

Facciamo luce sulle modalità di trasmissione per via aerea e gli errori che ancora commettiamo per comprendere cosa aspettarci in autunno e come prevenire il Covid-19.

Siamo a settembre e il rischio di confondere i sintomi di un’innocua influenza stagionale con quelli del Covid-19 ci impongono di fare chiarezza per capire cosa aspettarci in autunno. E’ bene comprendere come il virus si diffonde, quali sono gli errori che comunemente commettiamo e quali sono le misure che possiamo mettere in campo per fronteggiarlo.

Modalità di trasmissione area del Covid-19

I dati raccolti fino ad ora ci dicono che tra le modalità più frequenti di trasmissione del Covid-19 c’è quella che avviene per via area, più specificatamente chiamata droplet:, ovvero l’emissione di piccolissime gocce di saliva che fuoriescono da un soggetto quando parla, tossisce o starnutisce e che possono raggiungere e infettarne un altro fino ad una distanza di 2 metri (di qui la necessità di essere distanziati gli uni dagli altri di almeno 1 metro).

A questo si aggiunga che, quando queste goccioline evaporano, viene generato il bioaerosol :componenti non acquose dell’espettorato ed eventuali virus patogeni rimangono sospesi nell’aria per un lasso di tempo molto lungo, diventando quindi un pericolo consistente negli ambienti chiusi, poco ventilati e sovraffollati.

In altre parole, nei prossimi mesi, la trasmissione via aria del Covid-19 sarà quella da temere maggiormente.

Fattori che ci espongono al rischio

Si consideri inoltre che, nonostante le misure precauzionali per evitare il rischio di contagio del Covid-19 siano di fatto in gran parte rispettate, non è possibile aspettarsi sempre la massima attenzione da parte di tutti e, non di rado, accade che disattenzione e disinformazione siano fattori che concorrono all’abbassamento del livello di sicurezza negli ambienti che frequentiamo.

Un esempio è fornito proprio dalla scarsa considerazione della diffusione del virus per via aerea che induce erroneamente a credere che per rendere un ambiente sicuro basti una sommaria disinfezione delle superfici con cui la gente viene a contatto e che questo, unitamente all’utilizzo di dispositivi di protezione primaria, sia sufficiente ad azzerare i rischi di contagio.

L’importanza di respirare aria pulita

Comprendere che il Covid-19 permane nell’aria per un tempo lunghissimo, che l’aria stessa è un mezzo di trasmissione estremamente pericoloso e da non sottovalutare, è un tema da tenere in grande considerazione per questo autunno che ci attende. Di conseguenza è doveroso che le strutture, gli enti, gli istituti scolastici e di assistenza sanitaria comprendano la differenza sostanziale che esiste tra la maggior parte delle sanificazioni offerte dal mercato, effettuate sì con prodotti biocidi, ma i cui effetti sono parziali e limitati nel tempo e una vera e propria disinfezione dell’aria, l’unica che possa di fatto essere considerata sanificazione ambientale, capace di depurare l’ambiente tanto dai virus e batteri presenti nell’aria, quanto quelli depositati sulle superfici.

Cosa aspettarci se non interverremo

E’ presto detto: l’epidemia è ancora in corso e in Italia i contagi sono in aumento e, a guardare la situazione globale, il quadro è decisamente peggiore. Il Covid-19 contamina le superfici, l’aria che respiriamo, i microrganismi permangono negli impianti di condizionamento, di ventilazione e di riscaldamento e particolari condizioni ambientali possono trasportare gli agenti patogeni fino ad una distanza di 7 metri. Viene facile comprendere quanto l’argomento della diffusione per via aerea sia di fondamentale importanza, specie se il rischio cui tutti andiamo incontro può avere conseguenze devastanti.

L’azienda ServiziSpecialSrl opera sul territorio da più di 12 anni in materia di sanificazioni ambientali scientificamente giustificate e invita a prestare massima attenzione alle corrette norme da attuare in prima persona e quelle che vengono attuate da altri per preservare al meglio la salute di tutti.

Per consulenze specifiche vi invitiamo a contattarci al numero 080 505 2903.

https://www.repubblica.it/salute/medicina-e-ricerca/2020/07/06/news/oms_covid_viaggia_nell_aria_piu_di_quanto_si_pensava-261119365/

COME SANIFICARE GLI AMBIENTI: IL METODO PIù EFFICACE

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L’interrogativo più gettonato degli ultimi mesi è “come sanificare gli ambienti in cui viviamo?”. Vi illustriamo i metodi possibili e qual è quello più efficace.

Se l’interrogativo di questi mesi è “come sanificare gli ambienti in cui viviamo?”, occorre innanzitutto fare una premessa: quando si parla di sanificazione ambientale s’intende una bonifica della qualità dell’aria in cui si concentrano virus, funghi e batteri che, veicolati dalle polveri sottili, entrano direttamente nel sistema respiratorio, causando infezioni potenzialmente letali per la salute. Garantire e riportare la carica microbica entro standard igienici ottimali, attraverso operazioni di rimozione di agenti contaminanti, è dunque fondamentale per prevenire i rischi di malattie causate da organismi aerotrasportati.

In questa difficile fase Covid-19 affrontare questo tema diventa fondamentale per aziende, strutture sanitarie e scolastiche per garantire la messa a disposizione di ambienti sicuri e praticabili, ma anche a  prevenire fasi di severo distanziamento sociale. Per tali ragioni ci siamo interrogati su come sia possibile sanificare gli ambienti, sui metodi in uso e quale sia invece il più efficace in materia di sterilizzazione e sanificazione ambientale, chiedendo alle nostre biologhe pareri e confronti sull’efficacia di tali metodi e quale sia effettivamente il migliore.

SANIFICAZIONE “MINIMALE”

Si tratta di quella sanificazione che le imprese di pulizia svolgono utilizzando nebulizzatori elettrici che immettono nell’ambiente una nuvola di acqua e sanificante che uccide solo virus e batteri presenti sulle superfici.

Trascorso un lasso di tempo piuttosto breve le superfici tornano ad essere esposte ad agenti patogeni presenti nell’ambiente. Si tratta dunque di una sanificazione da considerarsi poco più che minimale e che di fatto non è certificabile come ambientale.

Voto delle nostre biologhe: 4

Prezzo medio di mercato €0,80/1,20 mq

SANIFICAZIONE “MEDIANA”

Anche detta sanificazione elettrostatica, è ideale per garantire nel tempo l’inattacabilità delle superfici dalle contaminazioni batteriche e virali attraverso la carica elettrostatica a cui viene legato il liquido sanificante. Per operarla si utilizzano apparecchi elettrici che trasformano il sanificante in bio-pellicola che ricopre le superfici, rendendole immuni ai batteri come il Covid-19.

Sebbene questo trattamento sia ritenuto notevolmente più efficace rispetto alla sanificazione minimale e costituisca una vera e propria rivoluzione in termini di sterilizzazione, i suoi effetti non prolungati nel tempo lo rendono un metodo di sterilizzazione buono ma parziale, da ripetersi frequentemente.

Voto delle nostre biologhe: 6,5

Prezzo medio di mercato €1,20/1,50 mq

SANIFICAZIONE “MASSIMA”

Da considerarsi l’unica vera sanificazione ambientale, in grado di fornire protezione dal Covid-19 e dalla moltitudine di agenti patogeni che si convogliano negli ambienti. Senza alternative negli ambienti con più presenze, nelle strutture pubbliche, sanitarie o scolastiche che siano, questo sistema purifica contemporaneamente sia le superfici che l’aria attraverso un sistema di atomizzazione che satura gli ambienti di biocida e li disinfetta dalla presenza di agenti patogeni.

Occorre precisare che questo metodo è l’unico in grado di garantire una reale disinfezione degli ambienti, durevole nel tempo e per la quale si ottenga il riconoscimento di certificazione di sanificazione ambientale.

Voto delle nostre biologhe: 9

Prezzo medio di mercato: costo variabile

(Si invita a richiedere un preventivo di spesa a ServiziSpecialiSrl al numero 080 505 2903

LA SANIFICAZIONE FUGACE

Ci sono momenti che richiedono un linguaggio chiaro e netto per rendere meglio l’idea, per semplificare il concetto, per riflettere.

Un pilastro importante per la prevenzione da Coronavirus è indubbiamente la sanificazione delle superfici da contatto.

E’ questa la ragione che spiega perché in ogni tipo di struttura la sanificazione venga svolta adeguatamente e puntualmente, ricorrendo di tanto in tanto ad aziende esterne, convinti che quella sanificazione dia più garanzia di quella svolta nel quotidiano.

Purtroppo la sanificazione così svolta è del tutto inefficace a garantire l’assenza di virus e batteri nel tempo, perché l’attività del sanificante è fugace e dopo 15 minuti svanisce. Trascorso tale lasso di tempo ricomincia impietosa la contaminazione batterica e virale delle superfici.

E’ questa la ragione della frequente sollecitudine a lavarsi spesso le mani.

Dunque, la sanificazione tradizionale delle superfici, sia svolta a mano dal personale interno, sia eseguita con gli appositi nebulizzatori dell’azienda esterna, va considerata un intervento palliativo.

Si tratta pertanto di un problema serio che va affrontato con le giuste competenze, che possiedono soltanto aziende di analisi e sanificazione ambientale con professionalità, esperienza, mezzi e preparazione.

Si può passare da una sanificazione a tempo a una sanificazione nel tempo?

Oggi si può e mai come in questo momento è fondamentale per la convivenza con il COVID-19.

Anni di ricerca da parte dei biologi della nostra azienda, li ha portati a capovolgere il sistema di sanificazione tradizionale.

Più che di evoluzione del sistema, si deve parlare di rivoluzione dell’intervento, in quanto il sanificante anziché esaurire la sua attività biocida in 10-15 minuti, la prolunga nel tempo. Si tratta evidentemente di un risultato clamoroso, ottenuto grazie all’impiego di tecnologie innovative.

La Servizi Speciali è a disposizione di quanti ne volessero sapere di più su come convivere con il COVID-19.

Oltre il Covid-19

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Il Covid-19 non è il male maggiore

Mentre la consapevolezza del rischio per la salute a causa dell’inquinamento atmosferico è patrimonio comune, è difficile accettare l’idea che l’aria contaminata nei luoghi di lavoro possa costituire una reale minaccia per l’integrità fisica dei lavoratori, ben più grave di quello del Covid-19.

L’inquinamento dell’aria negli ambienti indoor rappresenta un problema importante per la salute pubblica con significative implicazioni sociali ed economiche.

L’impatto sulla salute umana dell’area respirata emessa dagli impianti in evidente degrado igienico-sanitario può essere causa di effetti che vanno dal disagio neurosensoriale a condizioni di malessere diffuso, diminuzione del comfort, percezione negativa della qualità dell’aria, fino a gravi condizioni di salute a carico dell’apparato respiratorio, principale porta d’ingresso dei contaminanti indoor.

L’assorbimento a livello respiratorio delle polveri sottili emesse da impianti aeraulici in condizioni critiche e la successiva circolazione di tali polveri nell’organismo possono dare luogo ad un effetto cancerogeno in un qualsiasi organo a seconda del tropismo di questo. Inoltre, con l’aumentare della concentrazione delle sostanze nocive, il numero delle ultime cresce in modo proporzionale.

La contaminazione dei luoghi di lavoro non è mai figlia del caso ma è piuttosto la conseguenza più grave dei rischi a volte sottovalutati, altri del tutto ignorati.

Le condizioni di vita del lavoratore dipendono direttamente dall’ambiente in cui presta la sua opera. E’ pertanto necessario proteggere e preservare l’ambiente per assicurare una qualità di vita degna e sostenibile.

Virus e batteri, Covid-19 incluso, non sono un problema tanto quanto lo è tenere l’asticella dell’igiene troppo bassa. Molti ignorano che l’aria assomiglia ad una discarica nella quale confluisce di tutto: polveri sottili, virus (Cytomegalovirus, Herpes Simplex), batteri (Escherichia Coli, Pseudomonas Aerginosa, Klebsiella) e muffe.

Naturalmente del Covid-19 dobbiamo preoccuparci, ma dovremmo farlo ancor di più della qualità dell’aria che, se chimicamente e microbiologicamente contaminata, col tempo comprometterà inevitabilmente il sistema polmonare dei lavoratori.

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Il male oscuro

Chi mai metterebbe in relazione un mal di testa ricorrente o un diffuso senso di astenia e di malessere con la qualità dell’aria respirata? Come sospettare che dietro il peggiorare di patologie pregresse come l’asma o le riniti ci sia l’aria malsana del proprio ufficio?

L’aria, infatti, è il primo veicolo con cui gli inquinanti, chimici o biologici che siano, si muovono ed è proprio l’aria che media il contatto tra l’uomo e questi ospiti indesiderati. Il respiro, un’azione spontanea, così naturale, può trasformarsi in una minaccia per noi se l’aria indoor è inquinata.

Numerosi dati scientifici dimostrano come i principali responsabili dell’abbassamento della qualità dell’aria indoor siano gli impianti aeraulici.

I benefici apportati dall’impiego di questi impianti sono solo apparenti perché se l’impianto è oggetto di contaminazione, numerose e drammatiche possono essere le conseguenze per chi respira aria inquinata. A che prezzo siamo disposti a cedere la nostra salute?

La sola manutenzione tecnica non basta in quanto solamente la manutenzione di tipo sanitario può contrastare ed eliminare il rischio biologico associato agli impianti aeraulici.

Ognuno di noi ha diritto a vivere e lavorare in un ambiente salubre e sicuro sotto ogni punto di vista: dunque, le azioni di prevenzione del rischio sul luogo di lavoro devono riguardare non solo i possibili eventi traumatici, ma anche la minaccia silente ma presente legata al livello di qualità dell’aria respirata che tiene sotto schiaffo gli ignari lavoratori.

Impianti di aria condizionata sporchi, il parere della pneumologa

“Attenti alle condotte aerauliche non sanificate e sporche. Il rischio alla salute è elevato” lo dice la Dottoressa Agnese Posca, pneumologa al Policlinico di Bari.

In varie trasmissioni televisive, autorevoli virologi sostengono che le condotte di aria sporche o mal mantenute, possono essere concausa di malattie, specie in ospedali. Cosa ne pensa?

“Hanno perfettamente ragione. Di per sé le condotte aerauliche igienicamente mal tenute possono essere fonte di malattie polmonari, per chi è sano, e penso alla polmonite da condizionatori. Lo sono maggiormente verso soggetti con altre patologie pregresse. Ecco perché il suggerimento del medico è di tenerle igienicamente a posto. E naturalmente ricambiare l’aria agli ambienti aprendo il più possibile le finestre dei luoghi”.

Bisogna fare delle verifiche su questi impianti?

“Sono consigliate, al pari della sanificazione. Come in procinto dell’estate è bene tenere sotto controllo i condizionatori di aria che vanno sanificati e igienizzati. Resto dell’idea che meglio sarebbe non accenderli”.

Tra le patologie ci mette la legionellosi?

“Anche ed è insidiosa. Riguarda l’acqua e le condotte, specialmente dopo un lungo periodo di stop. Sarebbe saggio provvedere alla sanificazione delle condotte e dei serbatoi specialmente in strutture come gli alberghi ed anche, non dimentichiamolo, nei condomini dei palazzi per le tubazioni ed i serbatoi”.