LA SCUOLA E’ DI TUTTI MA NON E’ SICURA PER TUTTI

Le scuole più sicure delle altre sono quelle di Bari, Modugno e Santeramo. I Sindaci di queste città, consapevoli della gravità del rischio Legionella, hanno provveduto a metterle in sicurezza. Ora, per i bambini, aprire i rubinetti nelle 164 scuole di Bari, nelle 25 di Modugno e nelle 9 di Santeramo non comporta alcun rischio perché dai rubinetti è certo che non scorrano acqua e Legionella.

La chiusura dei rubinetti per tanti mesi rende un azzardo riaprirli. Per questa ragione sarebbe auspicabile che tutte le scuole fossero messe in sicurezza come quelle di Bari, Modugno e Santeramo per scongiurare che il rischio di infezione da Legionella costituisca una seria minaccia per l’integrità fisica dei bambini.

La Servizi Speciali, azienda con esperienza decennale nella prevenzione della legionellosi, è a disposizione di quei Sindaci che volessero verificare le condizioni igienico sanitarie della rete idrica delle scuole delle loro comunità.

I sintomi da Legionella sono febbre e/o tosse per 6/7 giorni salvo pesanti complicazioni che oggi portano a pensare al peggio. Anche per questa ragione sarebbe utile riflettere sul rischio Legionella.

Hotel Covid-free

Se devi prenotare per le tue prossime vacanze un Hotel, un B&B o un agroturismo, scegli quello Covid-free, perché, se è vero che la pandemia volge al termine, è altrettanto vero che il Covid per anni circolerà nell’aria.

L’Hotel è un luogo di aggregazione e quindi potenzialmente ad alto rischio, perché frequentato da individui diversi, provenienti dalle località più disparate. Questi, se di età inferiore a 50 anni, probabilmente non vaccinati, sono potenziali portatori di Covid.

Per questa ragione, gli Hotel Covid-free si sono attrezzati per la bonifica periodica dell’aria, al fine di uccidere il virus, qualora presente.

Per tutto questo ed altro ancora, le strutture turistico-ricettive Covid-free sono tanto più sicure per coloro che vorranno trascorrere vacanze estive in totale serenità.

LE SCUOLE DI BARI SONO PIU’ SICURE DI ALTRE

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Le scuole di Bari sono più sicure di quelle dove i Sindaci non hanno ancora provveduto a mettere in sicurezza le scuole della loro città. Può essere infatti sicura una scuola dove un bambino soltanto facendo scorrere l’acqua dai rubinetti può rischiare di inalare la Legionella, batterio patogeno che entra nel sistema polmonare dei piccoli?

Le conseguenze sono che il piccolo per 6/7 giorni resta a casa con febbre alta e tosse persistente, gli stessi sintomi del Covid. Può anche accadere che l’infezione da Legionella, che scientificamente viene chiamata Febbre di Pontiac, può evolversi in Legionellosi, patologia con alto tasso di letalità.

Il Sindaco di Bari, cosciente della gravità del rischio che corrono soggetti ancora fragili che vengono a contatto con la Legionella, ha provveduto alle analisi e alla sanificazione delle 164 scuole della città.

Adesso i bambini di Bari possono far scorrere l’acqua dai rubinetti senza il rischio di infettarsi, talvolta anche gravemente.

E’ questa la ragione per la quale i bambini che frequentano le scuole comunali di Bari sono decisamente più fortunati di quelli che frequentano le scuole di altre comunità, dove il Sindaco, all’oscuro del problema Legionella, espone i suoi piccoli concittadini a rischi importanti.

Tuttavia, siamo certi che altri primi cittadini seguiranno l’esempio di quello di Bari e metteranno le scuole in sicurezza che non sono tali sino a quando il rischio Legionella non viene affrontato e risolto.

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]CHE COS’E’ LA LEGIONELLA?

E’ un batterio patogeno che si sviluppa e prolifera all’interno dell’acqua di ristagno delle condotte idriche come ad esempio quelle delle scuole. Il ristagno dell’acqua è dovuto alla prolungata chiusura dei rubinetti, anche per soli quindici giorni. Immaginate cosa c’è nella rete idrica delle scuole dove i rubinetti sono rimasti inattivi nel 2020 per 7 mesi. Questa è la ragione che spiega perché è pericolosissimo aprire i rubinetti.

Il batterio della legionella
Il batterio Legionella

Il sistema polmonare rischia l’aggressione batterica.

E’ così rischioso far scorrere l’acqua dopo mesi di chiusura della scuola, che il 7 Maggio 2015 il Ministero della Salute emanava linee guida per la prevenzione della legionellosi.
Il giorno prima, anche la Regione Puglia emanava linee guida stringenti per preservare l’integrità fisica dei soggetti più fragili.

Purtroppo non tutti i Sindaci osservano le linee guida ed è questo il motivo per il quale tanti bambini non hanno febbre e tosse perché influenzati, bensì per infezione da Legionella.

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LA FABBRICA DELL’ARIA

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Cosa succederà quest’estate nei luoghi di lavoro con l’uso dell’aria condizionata? E’ quanto si chiede l’infettivologo Prof. Massimo Galli.

Dipende dalle condizioni igieniche in cui versa l’impianto.
Se lo stato fosse quello delle foto a sinistra, significa che lavoratrici e lavoratori prestano la loro opera dove l’aria che respirano viene emessa da impianti aeraulici in perfette condizioni igienico sanitarie e la loro integrità fisica non viene assolutamente minacciata.

Se invece le condizioni dell’impianto fossero quelle delle foto a destra, lavoratrici e lavoratori devono prendere coscienza di vivere in luoghi dove è alto il rischio Covid.

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Tuttavia, a prescindere dalla naturale amplificazione del Covid data dalla presenza di strati di particolato che veicolano il virus nell’ambiente, rischi a volte più preoccupanti di quelli del coronavirus subisce chi magari per anni, senza saperlo, si trova a respirare polveri sottili, detriti, virus, batteri.

Segnaliamo solo alcuni dei rischi che corrono lavoratrici e lavoratori se anche per una sola giornata si trovassero ad inalare aria tossica:

  1. Amplificazione del rischio Covid. Le polveri sottili, se presenti negli impianti, veicolano il virus nell’ambiente.
  2. Disturbi passeggeri come mal di testa, asma, tosse, allergia, congiuntivite, rinite che cessano con l’allontanamento dal luogo in cui è in attività l’impianto in precarie condizioni igienico sanitarie.
  3. Aggravamento delle patologie annesse al sistema polmonare.
  4. Facilitazione dell’insorgere di neoplasie.
  5. Peggioramento delle condizioni di vita di tutti.

La gravità del momento richiederebbe che quanti non avessero ancora provveduto alla verifica delle condizioni in cui versa l’impianto, lo facessero tempestivamente se intendono dare un importante contributo a impedire l’amplificazione del rischio Covid negli ambienti confinati.

Questa è l’urgenza e va affrontata senza indugi ma senza dimenticare che è uno solo dei rischi che degrada la qualità di vita di donne e uomini. E’ presumibile che siano in tanti gli individui che per queste ragioni fanno fatica a respirare diventando per sempre invalidi, impossibilitati a partecipare alla vita sociale.

Dice il Prof. Galli “ci siamo preoccupati di tante cose, ma della più importante che è la qualità dell’aria non ancora”. Noi che conosciamo le conseguenze che comporta vivere in luoghi dove gli impianti aeraulici si sono trasformati in fabbriche di produzione veleni, troviamo incredibile che un problema di tale gravità possa essere ignorato.

Non è un’ipotesi che lavoratrici e lavoratori che respirano aria tossica vanno considerati soggetti ad alto rischio.

A nessuno è dato sapere in quale stato versa l’impianto se prima non viene sottoposto a verifica seria e articolata. Tuttavia, val la pena segnalare che se non fosse stato periodicamente controllato è probabile che possa trovarsi in questo stato.

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La missione della Servizi Speciali è sanificare le fonti che inquinano l’aria. Sanificare significa rendere sano e nessuna sanificazione ha senso se si lascia in attività la fonte contaminante che è la causa. L’inquinamento ne è solo la conseguenza.

Non è presunzione, ma la lunga storia dell’azienda che la fa ritenere la più capace a contrastare l’attività del Covid ed altri batteri come Legionella, Pseudomonas, Acinetobacter, Mycobacterium, Staphilococcus, ecc…

La Servizi Speciali è la fabbrica dell’aria.

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LEGIONELLA: LE SCUOLE DI BARI SONO SICURE, ECCO IL DOCUMENTO.

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Nelle scuole di Bari i bambini possono aprire i rubinetti senza paura, perché nell’acqua non c’è più la Legionella, un batterio che si diffonde attraverso piccole gocce di acqua contaminata che minaccia l’integrità fisica del bambino che inala queste gocce, anche senza lavarsi, ma semplicemente facendo scorrere l’acqua.

Se la Legionella è assente in tutte le scuole di Bari lo si deve al Sindaco della città, Antonio Decaro, che, consapevole della gravità del rischio legionellosi, ha provveduto a far eseguire il monitoraggio degli impianti idrico sanitari dei 164 plessi scolastici tramite analisi di laboratorio accreditato e, in caso di positività, a far sanificare le reti idriche contaminate.

Questo rapporto di prova riporta l’esito dell’analisi Conta Legionella spp di un’unica scuola, ma è identico a quelli delle altre 164 scuole della città.

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Ci auguriamo che l’iniziativa del Sindaco di Bari sia condivisa da altri suoi colleghi affinché anche le loro scuole siano sicure come quelle della città del Presidente dell’ANCI.

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La mascherina per sempre

Chiunque svolga qualunque tipo di attività in luoghi climatizzati, per prudenza, farebbe bene ad indossare la mascherina per sempre.

Potrebbe accadere che l’aria che respira venga emessa da un impianto aeraulico ridotto in tale stato di degrado igienico-sanitario, che comprometterebbe seriamente, a volte irrimediabilmente, l’integrità fisica degli individui.

La scienza è ormai concorde nel sostenere che le polveri sottili presenti negli impianti aeraulici amplificano il rischio Covid nell’ambiente indoor ed è questa la ragione dell’obbligo di indossare la mascherina.

Tuttavia, a prescindere dal Covid, la mascherina va usata sempre, perché ininterrottamente gli impianti che versano in critiche situazioni igienico-sanitarie, emettono nell’ambiente un’esplosiva miscela di veleni.

Si tratta di polveri sottili, virus e batteri, che feriscono il sistema immunitario e lo mandano in tilt, determinando una serie di danni alla salute, che si aggravano con il trascorrere degli anni.

Ne citiamo solo alcuni: disturbi annessi al sistema respiratorio, emicranie, bronchite cronica, rinite, allergie, tosse, disagio neuromuscolare, affezioni broncopolmonari, malattie esantematiche e neoplasie polmonari.

Tuttavia, una domanda sorge spontanea: come si fa a sapere che tipo di aria si respira nei luoghi di lavoro, di cura, di studio, di spesa, di svago?

C’è un campanello di allarme che avverte del pericolo; sono i disturbi come emicranie, tosse, allergie, pruriti, congiuntiviti, spossatezza, che cessano dopo l’allontanamento della fonte inquinante, che è l’impianto contaminato che rende tossica l’aria.

E’ crescente l’interesse al rispetto dell’ambiente e l’impegno a migliorare la qualità di vita degli individui. Questo ci fa credere che non tarderà il giorno in cui non si indosserà più la mascherina, perché gli impianti saranno tutti così e a tutti sarà stato riconosciuto, in particolare ai lavoratori, il diritto a respirare aria pura.

La Servizi Speciali produce aria pulita.

Tosse e febbre: influenza o Legionella?

Un bambino che apre un rubinetto della scuola e la sera accusa mal di testa, tosse e febbre è influenzato o è infettato da Legionella?

Meglio sarebbe che fosse influenzato. Il rischio è pesante e, per le sue conseguenze, può evolversi in legionellosi, patologia ad alto tasso di letalità.

Soltanto il Sindaco della città può escludere che quei sintomi accusati dal bambino non siano dovuti ad infezione da legionellosi e non perché sia un medico, ma semplicemente perché ha fatto il suo dovere provvedendo alla sanificazione della rete idrica contaminata da Legionella.

La Legionella, pur trattandosi di un grave rischio, è un batterio sconosciuto alla stragrande maggioranza delle famiglie. E’ questa la ragione che spiega perché i genitori, quando un figlio accusa febbre e tosse, pensano senza alcun dubbio all’influenza e non sospettano che possa trattarsi di una patologia ben più seria che quotidianamente minaccia l’integrità fisica del proprio bambino.

Il rischio Legionella nelle scuole è un grande problema che affonda le sue radici nell’inosservanza delle Linee Guida nazionali e regionali, rispettivamente emesse il 5 e il 7 Maggio 2015, finalizzate alla lotta alla Legionella.

Oggi, dopo mesi di inattività della rete idrica, il rischio Legionella nella scuola è esploso in tutta la sua gravità e i bambini, per questa inosservanza, rischiano di pagare un conto salato.

I bambini che frequentano le 164 scuole comunali di Bari e quelle di Rutigliano e Santeramo, sono decisamente più fortunati di altri se possono riaprire i rubinetti della loro scuola senza aver paura. La Legionella non c’è più.

Immaginiamo che anche in altre città il rischio Legionella sia stato affrontato e risolto, ma tuttavia, sospettiamo che in altre il problema sia stato dimenticato. Vogliamo però credere che non tarderà il giorno in cui non ci saranno scuole più sicure di altre e, di conseguenza, bambini più protetti di altri.

La Legionella nelle scuole è un problema serio e il diritto del bambino a non voler convivere con questo batterio va riconosciuto, obiettivo raggiungibile rispettando la legge.

Al via la campagna ‘No Legionella’ nelle 164 scuole del Comune di Bari

Bari, 22/12/2020

La Servizi Speciali S.r.l., azienda leader nel Centro-Sud nella prevenzione e trattamento della Legionella, è lieta di annunciare che presso la scuola primaria “San Francesco”, sita in Bari Via Peucetia 50, ha tenuto in data 21 Dicembre 2020 l’intervento zero di bonifica della rete idrica e serbatoi di acqua (con annesso relativo prelievo dei campioni da analizzare in laboratorio e successiva attestazione a fine operazioni) alla presenza di Autorità cittadine.

L’ intervento si inserisce nell’ambito di una gara indetta dal Comune di Bari per il controllo e la gestione del rischio Legionella nelle 164 scuole cittadine pertinenziali, asili, elementari e medie, vinta dalla Servizi Speciali.

Esprimiamo gratitudine e senso di apprezzamento al Comune di Bari, nella persona del Suo Sindaco p.t e dell’Assessore al ramo, in quanto hanno dimostrato sensibilità al problema Legionella.

In un momento nel quale l’attenzione mediatica è rivolta, giustamente, al Covid-19, è bene non dismettere lo sguardo dalla Legionella che è altrettanto insidiosa negli esiti finali, per altro con sintomi sovrapponibili allo stesso coronavirus.

Siamo certi che, sulla base di quanto operato a Bari, altri amministratori cittadini della nostra terra, seguiranno questo esempio virtuoso.

Bambini, maestri e genitori hanno diritto a luoghi di studio e lavoro, adeguati e sicuri.

Grazie al Comune di Bari per la sua lodevole sensibilità, nel tempo in cui la difesa della salute deve essere sempre al primo posto.

Servizi Speciali S.r.l.

Legionella, spesso sottovalutata e non considerata a dovere dagli Enti – Fonte: Quotidiano di Bari

Il recente caso scoppiato al Policlinico di Bari e relativo strascico giudiziario ci porta ad esaminare da vicino questa malattia, la legionella, spesso sottovalutata e non considerata a dovere dalle pubbliche amministrazioni. La popolazione infatti ha il diritto di usufruire di acqua sicura, impianti non contaminati e soprattutto strutture sanitarie non a rischio.  E non valga la risposta: non abbiamo soldi per sanificare, inaccettabile. Di legionella parliamo con una delle esperte maggiormente accreditate a livello nazionale, docente al Policlinico di Bari, autrice di 500 pubblicazioni: la professoressa Maria Teresa Montagna.

Che cosa è la legionella?

“Legionella è un bacillo Gram-negativo, ubiquitario, idrofilo, predilige ambienti acquatici artificiali, soprattutto reti idriche obsolete che distribuiscono acqua calda (preferibilmente tra 25° e 50°C), ma è in grado di sopravvivere in un range di temperatura compreso tra 6° e 60°C. Può trovarsi in forma libera, all’interno di protozoi ciliati e di amebe oppure ancorata a biofilmadeso alle superfici interne alla rete idrica. Protozoi e biofilm rappresentano una fonte di nutrimento e di protezione dalle condizioni ambientali sfavorevoli (temperatura e acidità elevate, presenza di biocidi, ecc.). Alcuni parametri chimico-fisici dell’acqua (per es. pH, cloro, ferro, rame) possono condizionare la sua capacità di sopravvivenza e il grado di proliferazione. Quando Legionella si insedia in un sistema di distribuzione dell’acqua, la sua eradicazione richiede un impegno difficile da portare avanti e non sempre di facile risoluzione”.

Palestre e scuole chiuse: bisogna sanificare impianti idrici dopo la serrata per evitare Legionella?

“Se una struttura di qualsiasi natura (comunitaria o sanitaria) rimane chiusa per più di una settimana, la valutazione del rischio deve essere aggiornata in funzione dell’utilizzo dell’impianto. E’ necessario programmare una rigorosa e adeguata sorveglianza microbiologica della rete idrica, prima della riapertura. Qualora la carica di Legionelladovesse superare i valori limite previsti dalle “Linee Guida Nazionali per la prevenzione e il controllo della legionellosi”, è necessario programmare un intervento di bonifica, adeguando la scelta del biocida alle caratteristiche dell’impianto (per es. materiale delle tubature, vetustà del sistema, presenza di biofilm”.

Legionella contratta in ambiti ospedalieri: che cosa si deve?

“Legionella si trasmette all’uomo attraverso l’inalazione di aerosol contaminati, generati per lo più da rubinetti e docce. In realtà, tutti i luoghi in cui si può entrare in contatto con acqua nebulizzata possono considerarsi a rischio (abitazioni private, luoghi di lavoro, ospedali, alberghi, piscine, fontane ornamentali, ecc). L’ambiente ospedaliero è a maggior rischio di legionellosi esclusivamente perché ospita soggetti vulnerabili, quali immunocompromessi, trapiantati, affetti da patologie croniche debilitanti (neoplasie ematologiche e non, diabete, nefropatie, broncopneumopatie croniche, insufficienza cardiaca o renale), compresi soggetti di età avanzata, fumatori o alcolisti. Per queste categorie di pazienti anche l’esposizione a basse cariche può essere un rischio”.

Che regole igieniche si devono osservare per prevenirla?

“Garantire la sicurezza dell’acqua utilizzata nelle strutture sanitarie/comunitarie significa prevenire e gestire i rischi di natura chimico-fisica e microbiologica legati alle caratteristiche dell’impianto idrico. Tali rischi sono per lo più di origine multifattoriale e di natura dinamica, che nel tempo si complicano sia per l’assetto strutturale e funzionale della struttura edilizia sia per la particolare vulnerabilità dei soggetti esposti (per es. soggetti defedati o ricoverati in ambiente ospedaliero o case di cura).

La prevenzione della legionellosi si basa essenzialmente sulla frequente decalcificazione dei rompigetti di rubinetti e dei soffioni delle docce, sostituzione delle guarnizioni usurate, periodica pulizia e disinfezione dei serbatoi di accumulo dell’acqua, ove presenti. E’ fortemente consigliato far defluire giornalmente tutti i punti terminali di acqua, allo scopo di evitare ristagni o tratti “morti” della rete idrica che favoriscono la colonizzazione e moltiplicazione del batterio”.

 Come curarla ed è molto pericolosa?

“Poiché il genere Legionella comprende microrganismi prevalentemente intracellulari, gli antibiotici generalmente impiegati per il trattamento della legionellosi sono macrolidi e/o fluorchinolonici (più raramente le tetracicline). Al contrario, tutte le betalattamine, i carbapenemici, gli aminoglicosidi e il cloramfenicolo sono inutili per il trattamento della malattia, in quanto incapaci di raggiungere concentrazioni intracellulari tali da risultare efficaci contro il microrganismo”.

Sintomi: sono sovrapponibili al Covid?

“Sebbene Legionella e Coronavirus siano microrganismi molto diversi tra loro, caratterizzati da forme di contagio e periodi di incubazione differenti, la legionellosi potrebbe essere scambiata erroneamente con Covid-19 in quanto alcuni sintomi accomunano le due patologie, a partire dalla polmonite.

A differenza di Covid-19, la legionellosi non si trasmette da uomo a uomo; inoltre, quando Legionella si localizza a livello polmonare, l’ospite suscettibile può manifestare diverse forme cliniche:

  • Infezione inapparente: ha un decorso con sintomi lievi e aspecifici, tali da non richiamare l’attenzione.
  • Febbre di Pontiac: dopo un breve periodo d’incubazione (12-36 h), si manifesta come sindrome simil-influenzale caratterizzata da febbre, cefalea, brividi, mialgie; evolve spontaneamente dopo 2-5 giorni.
  • La Malattia dei Legionari: dopo un periodo di incubazione di 2-10 giorni, si manifesta sotto forma di polmonite, con o senza manifestazioni extra polmonari. E’ una forma grave e può evolvere verso un esito infausto, soprattutto se il paziente è immunocompromesso o presenta altre patologie concomitanti. Non presenta caratteri di specificità: insorge bruscamente con febbre, dolore toracico, dispnea, cianosi e tosse generalmente non produttiva. Possono essere presenti sintomi gastrointestinali, neurologici e cardiaci, spesso associati ad alterazioni dello stato mentale.
  • Forme extra polmonari: sono rare ma hanno decorso grave e alta letalità, con localizzazione cardiaca (miocardite acuta, pericardite, endocardite) e intestinale (peritonite, colite, pancreatite)”

SE IL COVID-19 FOSSE AIRBORNE COSA SUCCEDEREBBE?

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Valutiamo la possibilità che il SARS-COV-2 si diffonda effettivamente per via aerea e le conseguenze a cui andremmo incontro.

LA TRASMISSIONE

Partiamo da quello che sappiamo, o pensiamo di sapere, sul COVID-19: può diffondersi nell’aria.. Asserire però che il COVID-19 sia airborne vuol dire qualcosa in più, cioè che, oltre alle già note “goccioline respiratorie prodotte quando una persona infetta tossisce, starnutisce o parla” (droplet), particelle più piccole rimangono sospese nell’aria, rendendo l’aria stessa infetta. Per di più, queste particelle, secondo un comunicato stampa del National Institutes of Health del 17 marzo, sembrerebbero essere rilevabili nell’aria per oltre tre ore e, secondo l’infettivologo Massimo Galli, la loro trasmissione avverrebbe anche a distanze importanti, favorita dal ricircolo dell’aria.

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COSA DICE L’OMS

Sebbene l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) non abbia mai di fatto rilasciato alcun comunicato che assegni evidenza scientifica alla possibilità di una trasmissione airborne del virus, nei giorni scorsi aveva fatto molto parlare di sé la lettera aperta di un gruppo internazionale di 239 ricercatori da 32 paesi, nella quale si sosteneva che ci fossero ormai prove scientifiche sufficienti per ritenere che, in alcune circostanze, il virus possa essere veicolato dall’aria.

Di fronte a così tanto clamore l’OMS si era espressa sulla questione, attestandosi però sulla linea del possibilismo. Benedetta Allegranzi, responsabile degli aspetti tecnici nella prevenzione e controllo di malattie infettive, così dichiarava: “non si può escludere” che “in ambienti affollati, chiusi e scarsamente ventilati il virus airborne, più persistente nell’aria stessa, possa trasmettersi più facilmente.

I RISCHI MAGGIORI NEGLI AMBIENTI CHIUSI

Si aggiunga anche una considerazione: se così fosse, i rischi evidentemente sarebbero più alti in ambienti chiusi, in cui presumibilmente se si condividesse tempo e spazio con una persona infetta e in mancanza di un adeguato ricambio d’aria, la possibilità di essere esposti al virus sarebbe esponenzialmente più alta che se trascorressimo lo stesso tempo con la stessa persona infetta all’aria aperta.

se il covid-19 fosse airborne cosa succederebbe
COSA ACCADREBBE?

Quindi, arriviamo a ciò che possiamo domandarci di conseguenza. Apprestandoci a vivere i lunghi mesi invernali cosa succederebbe negli uffici pubblici e nei luoghi di lavoro, dotati di riscaldamento, o comunque di sistemi di ricircolo dell’aria? Cosa accadrebbe, più nello specifico, se questi impianti aeraulici non fossero adeguatamente sanificati e pronti a fronteggiare una minaccia tanto grande quanto quella del COVID-19? Una sistematica disinfezione delle condotte aerauliche garantirebbe una ventilazione appropriata e limiterebbe la diffusione di agenti patogeni aerodispersi? La risposta a quest’ultimo interrogativo è sì.

Nella maggior parte degli edifici, l’aria entra attraverso un impianto di ventilazione producendo una miscela di aria di ricircolo e aria fresca esterna. L’aria esterna è piena di agenti inquinanti e già questo basterebbe a chiedersi che genere di aria si respiri nei luoghi di lavoro e se i sistemi di aerazione siano adeguatamente pronti a filtrare al meglio l’aria. Ma se a questo aggiungessimo anche la possibilità che quell’inquinamento si unisca alle particelle SARS-COV-2, di certo si darebbe origine ad uno scenario estremamente insalubre. Senza contare che la qualità dell’aria che respiriamo non ha solo effetti a breve termine, ma anche a lungo termine, determinando numerose patologie e mettendo seriamente a rischio la nostra salute respiratoria.

se il covid19 fosse airborne cosa succederebbe
UNA POSSIBILITà DI RISOLUZIONE

Assicurarsi che i luoghi in cui lavoriamo, in cui trascorriamo la maggior parte del nostro tempo, siano predisposti ad affrontare il COVID-19, è un diritto per i lavoratori e un dovere per imprenditori e gestori. Sanificare un impianto aeraulico non è un vezzo, né un’opzione. È un’urgenza. E tutti dovrebbero prestare l’attenzione che merita al problema. Garantirsi di respirare una buona aria vuol dire anche arginare in parte un problema che di recente sta subendo catastroficamente una nuova impennata. E del resto, la società non può più fermarsi e non può permetterselo il sud.

A LUNGO TERMINE

Il problema del COVID-19 purtroppo non potrà essere arginato velocemente, almeno fino a che non arriveremo ad un vaccino. Nell’attesa possiamo soltanto mettere in pratica una combinazione di misure di sicurezza preventive perché la diffusione del virus resti più contenuta possibile.

SERVIZI SPECIALI opera nel campo delle sanificazioni ambientali da oltre un decennio ed ha a cuore il problema della diffusione del COVID-19, ma invita a riflettere che, anche in scenari non pandemici, può essere un’attività intelligente dedicare del tempo predisponendo ambienti interni sani per i lavoratori.

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