Tre turisti morti per legionella, indagati 8 imprenditori turistici

In Trentino, per grave sottovalutazione del rischio legionellosi da parte di quasi tutte le strutture interessate facendo emergere una serie di anomalie.

 

Il Nas dei Carabinieri di Trento ha deferito in stato di libertà alla Procura della Repubblica 8 persone titolari di tre strutture ricettive ritenute responsabili di omicidio colposo per la mancata predisposizione del piano di valutazione del rischio legionellosi, obbligatorio dal 2015. 19 italiani, di cui 3 deceduti, la scorsa estate avevano soggiornato in 14 strutture ricettive diverse dell’Altopiano della Paganella e si sono ammalati di legionella.

Gli accertamenti – spiegano i Nas – hanno messo in luce una grave sottovalutazione del rischio legionellosi da parte di quasi tutte le strutture interessate facendo emergere una serie di anomalie, tra cui la mancanza di un’adeguata manutenzione degli impianti termo-sanitari e la non corretta gestione delle temperature nella rete di distribuzione interna e serbatoi di accumulo dell’acqua calda sanitaria, di molto inferiore a quanto raccomandato dalle relative Linee guida. I prelievi eseguiti nel corso dell’estate del 2018 hanno, di conseguenza, evidenziato la contaminazione della rete idrica dal batterio della Legionella in quasi tutte le strutture oggetto, in alcuni casi in misura particolarmente elevata. Non si è avuta evidenza di contaminazioni della rete idrica comunale.

In particolare, in una delle strutture dove ha soggiornato un turista deceduto, è stato constatato il malfunzionamento di una valvola dell’impianto dell’acqua calda, circostanza che ha favorito il proliferare del batterio. La stessa struttura è stata interessata da quattro casi di notifica di legionella di cui uno con il decesso della vittima; si è constatato che nella stessa stanza hanno soggiornato, in tempi diversi, due turisti contagiati. I turisti che si sono ammalati di legionella erano prevalentemente anziani. Le indagini, molto articolate, si sono svolte in collaborazione con il personale dell’Azienda Provinciale per i Servizi Sanitari di Trento.

 

Le insidie nascoste nell’aria che respiriamo

Tra inquinanti chimici e microbiologici, si contano numerose trappole per la nostra salute

La parola contaminazione è ampliamente utilizzata con mille e più sfumature.

Non c’è caso giudiziario in cui, per esempio, non ci sia stata la contaminazione delle prove. Nel mondo della musica si assiste alla contaminazione tra generi musicali, stesso dicasi per la letteratura o le opere d’arte. Comuni problematiche ambientali sono la contaminazione delle falde acquifere, dei terreni o quella radioattiva.

 

Questa parola ha un’etimologia molto remota e per questo motivo anche poco certa. Probabilmente deriva da un antico verbo, tamino. Questo verbo significa sporcare, imbrattare, rendere non più pulito.

Ed è proprio questo che fanno i contaminanti: insieme (“con”) sporcano (“taminano”) .

Riferendoci agli impianti aeraulici, la contaminazione può essere di due tipi: possiamo incontrare la contaminazione chimica e quella microbiologica.

Questa distinzione è fatta in relazione alla natura del contaminante che inquina l’impianto.

 

Partiamo con la contaminazione chimica.

Dobbiamo fare i conti con la possibilità che nel nostro impianto ci possa essere un accumulo di particelle. Queste particelle possono provenire dall’ambiente esterno. L’aria, infatti, trattata e gestita dall’impianto, altro non è aria proveniente dall’esterno. Ѐ molto probabile che sia aria sporca, di per sé carica di inquinanti.

L’inquinante può, però, provenire anche dall’interno dell’edificio e questo avviene grazie al ricircolo dell’aria.

 

I più importanti contaminanti chimici sono le polveri sottili: i famigerati PM devono il loro nome alla variante inglese, Particulate Matter; mentre il numero che accompagna la sigla ( PM10, PM5, PM2,5) indica il diametro, espresso in micron (µm), della particella.

Solfuro di carbonio, monossido di carbonio, l’acido solforico, il biossido di zolfo, l’ozono e i composti organici volatili (i più noti VOC), come benzene, toluene, xilene: sono solo alcune delle insidie che possono celarsi all’interno dell’impianto. Da lì, possono disperdersi nell’aria che respiriamo e andare a danneggiare la nostra salute in vario modo.

C’è un altro tipo di contaminanti estremamente pericolosi per la nostra salute. Stiamo parlando dei contaminanti microbiologici.

Ma di questo ne parleremo tra qualche giorno, nel nostro prossimo articolo.